GROSSETO – Sabato 27 gennaio la diocesi di Grosseto accoglierà i seminaristi del Pontificio Collegio Ucraino di Roma, che trascorreranno una giornata di preghiera e testimonianza nel capoluogo maremmano.
L’iniziativa, promossa dall’ufficio migrantes della Diocesi in collaborazione con gli uffici ecumenismo e liturgico, si innesta nel cammino della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, appena conclusa, per raccogliere voci e testimonianze di cristiani che vivono situazioni di sofferenza. L’incontro con il Collegio Ucraino sarà, infatti, l’occasione per pregare insieme per la pace in Ucraina e per parlare della difficile situazione di quel popolo.
Alle 11, nella chiesa della Misericordia (piazza Martiri d’Istia) sarà celebrata la Divina Liturgia in rito bizantino, mentre alle 17, nella sala parrocchiale del Duomo, il vice rettore del collegio, padre Dionisio, parlerà di “Ucraina: la sofferenza e le ferite aperte di una nazione martire”. La giornata si concluderà alle 18 con la Messa prefestiva dalla cattedrale, in diretta su Tv9. La liturgia sarà in rito romano, arricchita dai canti bizantini eseguiti dai seminaristi del Pontificio collegio ucraino.
La storia del Pontificio collegio ucraino di san Giosafat, a Roma, affonda la sua storia nel ‘500, quando giunsero a Roma i primi studenti ucraini per formarsi presso il Pontificio collegio greco di Sant’Atanasio. L’apertura del Pontificio collegio ucraino di san Giosafat risale, invece, al 1897, quando con la lettera “Paternam benevolentiam” papa Leone XIII eresse la struttura. L’attuale sede, sul colle Gianicolo, risale al 1932. Riceve studenti ucraini provenienti da varie zone del mondo.
Proprio domenica 28 gennaio papa Francesco si recherà in visita alla comunità greco-cattolica ucraina, presso la basilica minore di Santa Sofia a Roma. Attualmente in Italia sono presenti 145 comunità di cristiani greco-cattolici ucraini con 62 sacerdoti che si occupano della loro cura pastorale. Una di queste comunità è anche a Grosseto, affidata alla cura di don Vitaliy Perih.