GROSSETO – Il nuovo codice regionale del commercio è il tema che è stato discusso oggi durante la presidenza di Confesercenti a cui hanno partecipato il capogruppo in consiglio regionale Leonardo Marras e Gianluca Naldoni, coordinatore regionale area commercio di Confesercenti.
«Era indispensabile rifare il Codice del commercio – afferma Naldoni – anche perché negli anni la normativa nazionale vi si è sovrapposta, eravamo arrivati ad una assoluta mancanza di regole, senza più vincoli alla programmazione commerciale».
La concertazione è ormai avanzata e buona parte del codice è stata fatta i primi di febbraio (o al massimo dopo le elezioni) dovrebbe andare in Giunta. Si tratta di un provvedimento atteso da tempo dagli esercenti. «Le regole servono ma non per una politica corporativa – prosegue Confesercenti – ma per dare a tutti le stesse opportunità e questo si ha solo con la regolamentazione del settore».
Tra i temi proposti da Confesercenti le sagre, l’equilibrio tra grande media e piccola distribuzione, anche per valorizzare il territorio, fatto spesso di piccole imprese. È stato poi fatto un percorso suddiviso per categorie, reinserendo ad esempio gli orari di apertura per i distributori, o la necessità che i nuovi impianti abbiano un accesso sulla pubblica via, a differenza di quel che avviene a volte per i distributori dei centri commerciali. O ancora gli outlet, che non potranno più vendere prodotti creati ad hoc. Inoltre per gli insediamenti della GDO, la grande distribuzione organizzata, si richiede la conferenza dei servizi come previsto, peraltro, anche dalla legge Madia. Si rafforza l’esigenza di mantenere il limite massimo di 15000 mq. di superficie di vendita. Sono state inserite regole importanti per la partecipazione ad iniziative commerciali su area pubblica e norme di maggiore tutela riguardo alle sanzioni previste per la mancata regolarità retributiva. Sono stati inseriti articoli innovativi relativi ai CCN (centri commerciali naturali) e al recupero di aree degradate delle città.
Un capitolo è dedicato alle sagre, che non erano mai state normate: «Non potranno durare più di dieci giorni consecutivi. Né sarà possibile cederne la gestione a terzi. Bisognerà poi stabilire dei criteri per distinguere le vere sagre dalle altre manifestazioni».
Il consigliere e capogruppo regionale Leonardo Marras ha aggiunto «La legge non è vecchia (è del 2005) ma non è più adatta alla situazione del commercio di oggi. Il mercato è stato modificato dalle liberalizzazioni, oltre che dai negozi virtuali. Ovviamente non è una diga che può arginare questi grandi cambiamenti, ma serve una norma anche per rafforzare il valore delle imprese, le diversità. Un conto ad esempio è la sagra nella località turistica, e un conto quella in un piccolo paese: anche se non è facile, va trovato un equilibrio». Marras ha poi parlato del rapporto tra piccola impresa e grande distribuzione «I centri commerciali hanno modificato le abitudini, il costume, il modo di rapporatrsi delle città con il commercio. Se vogliamo rafforzare i centri commerciali naturali servono azioni di governo: il recupero dei fondi sfitti dei centri storici, anche prenendo spunto da quel che si fa in altre città. Tutta una serie di cose che sono azioni, più che norme».
Il consigliere regionale anche su sollecitazione del presidente di Confesercenti Giovanni caso, ha ricordato l’importanza delle infrastrutture, del Corridoio tirrenico in particolare «per cui siamo in attesa del finanziamento da 350 milioni per il tratto sud». Della Laguna per cui sono in arrivo 30 milioni per la bonifica, e infine del distretto rurale «una opportunità da non perdere per questo territorio».
Infine il presidente provinciale della Confesercenti, Giovanni Caso, ha ricordato l’attenzione dell’associazione verso le elezioni politiche del 4 marzo prossimo «È un momento di partecipazione importante, per riaffermare un clima di fiducia, specie in un momento di crisi, la partecipazione democratica è fondamentale».