GROSSETO – Per la prima volta in Italia, all’ateneo di Torino, viene organizzato un corso di formazione per ricercatori universitari sul tema della citizen science, materia che identifica la ricerca scientifica cui partecipano semplici cittadini. E uno dei due docenti del corso è maremmano: è Andrea Sforzi, il direttore del Museo di storia naturale della Maremma, uno dei tre istituti di Fondazione Grosseto Cultura, e componente del Board of directors dell’associazione europea Citizen science.
L’appuntamento, all’Università di Torino, è per giovedì 25 gennaio: un corso di formazione tenuto in lingua inglese, perché alcuni tra i ricercatori universitari partecipanti sono stranieri. L’altro docente, con Sforzi, sarà Kyle Copas dell’organizzazione internazionale Gbif (Global Biodiversity Information Facility). Si tratta dell’ennesimo riconoscimento all’eccellenza didattica della struttura museale maremmana – unico museo d’Italia a far parte di Ecsa, The European Citizen Science Association – e del suo direttore: proprio il Museo di storia naturale della Maremma, infatti, dedica alla citizen science e all’open science molte delle sue attività. E ora fa scuola.
«È la prima volta che viene organizzato a livello nazionale, e anche europeo, un corso di formazione per ricercatori universitari sul tema della citizen science e dell’open science – dice Andrea Sforzi –, un settore che sta acquisendo rilevanza. È un’occasione importante affinché nel nostro Paese si parli sempre di più della citizen science, perché riguarda il coinvolgimento diretto dei cittadini nella ricerca scientifica. Un metodo che può essere applicato in qualsiasi ambito: personalmente mi occupo di scienze ambientali, ma la citizen science può riguardare ogni disciplina scientifica, come la medicina e la fisica, ad esempio. E negli ultimi tempi comincia ad interessarsene seriamente anche il mondo accademico: l’organizzazione di questo primo corso di formazione per ricercatori universitari ne è la prova».
E anche in questo caso il museo maremmano è all’avanguardia. «La speranza – è l’auspicio di Andrea Sforzi – è che altri atenei possano seguire l’esempio dell’Università di Torino e che questo possa dare un impulso alla citizen science in Italia, anche in seguito all’ottimo risultato del convegno internazionale di fine novembre a Roma, nel quale il Museo di storia naturale della Maremma ha avuto un ruolo centrale».