SORANO – L’11 gennaio i carabinieri del corpo provinciale di Pitigliano, in collaborazione con il Noe e la Procura della Repubblica hanno posto sotto sequestro l’impianto di compostaggio, smaltimento di rifiuti civili e industriali e produzione di fertilizzanti nel comune di Sorano.
«Le indagini – ricorda MaremmAttiva – erano partite ad ottobre 2016, a seguito di uno sversamento illecito di acque potenzialmente contaminate direttamente nel fosso adiacente alla struttura. E’ apparso dalle relazioni uscite sui giornali che l’impianto fosse stato costruito in maniera da permettere, in tutta segretezza, lo scarico delle acque reflue e di raccolta dei piazzali all’interno del corso d’acqua, anziché confluire in apposite vasche e successivamente asportate mediante autobotti come rifiuti speciali. Chiaramente questa operazione, qualora fosse stata ottemperata nel rispetto delle direttive di legge avrebbe probabilmente inciso parecchio sul rapporto costi – ricavi dell’azienda, la quale avrebbe visto bene di incrementare gli utili ricorrendo alla pratica consueta dello “sversamento diretto”».
«Secondo l’Arma dei carabinieri vi sarebbero stati almeno quattro punti di scarico mimetizzati tra la vegetazione – prosegue MaremmAttiva -. Ci auguriamo che la Procura possa far luce e condannare l’azienda in base alla gravità delle proprie azioni. Tuttavia, al di là delle possibili azioni dolose operate dall’azienda e dei potenziali danni ecologici causati da almeno 15 anni di sversamenti incontrollati, il comitato appare seriamente preoccupato dall’atteggiamento delle istituzioni locali. Il comune di Sorano in questi ultimi anni è stato più volte avvisato e posto a conoscenza dei problemi causati dall’azienda, identificati in: sversamento di liquami, emissioni di polveri pesanti e maleodoranti avvertibili a km di distanza, traffico di autoarticolati su una strada inadatta al traffico di mezzi pesanti, priva di segnaletica, cartellonistica e limiti di velocità, sversamento incontrollato di materiali di dubbia composizione nei terreni di contadini locali, offerti in forma gratuita».
«Nel novembre 2016 il comitato MaremmAttiva, insieme agli altri comitati sparsi sul territorio, ha organizzato una conferenza dove si è discusso sui temi di geotermia, impianti a bio masse, discariche pericolose e di questo problema. I comitati constatarono la sistematica assenza dell’amministrazione di Sorano, in una assemblea organizzata dai cittadini per i cittadini, nella quale emersero particolari importanti sulla questione degli sversamenti. Il comune, all’indomani dell’apposizione dei sigilli all’azienda si è concentrato esclusivamente sulla questione della perdita di alcuni posti di lavoro: più che lecito, sia chiaro, tuttavia ci sconvolge il fatto che il sindaco Carla Benocci, amministratore di un comune bandiera arancione del Touring club italiano, tra i borghi più belli d’Italia, territorio votato al turismo archeologico, paesaggistico e all’agricoltura biologica abbia potuto minimizzare deliberatamente un rischio ambientale di tale portata».
«Secondo dichiarazioni del sindaco: “non ci sono gli estremi perché sia necessaria un’ordinanza sindacale a tutela della salute pubblica”. Ma il sindaco Benocci ha idea di quante tonnellate di acqua contaminata negli anni potrebbero essere confluite in quel fosso che più a valle si getta nel fiume Lente, a sua volta immissario del fiume Fiora – chiede MaremmAttiva -? Il sindaco ha giustamente espresso preoccupazione per i lavoratori, tuttavia non ha mai offerto alcun sostegno alle famiglie residenti nei pressi dell’impianto, le quali da decenni sono ammorbate da cattivi odori, dai rischi per la salute, ma soprattutto dagli scarichi illeciti che potrebbero determinare la contaminazione dei terreni e delle falde acquifere ai danni dei contadini locali. L’amministrazione del comune di Sorano sembra aver sottovalutato la gravità della situazione, che in caso di ampliamento dello scandalo potrebbe addirittura minare il flusso turistico sul territorio, motore portante dell’economia locale. Forse anziché tutelare gli interessi di imprenditori trevigiani (attenti a portar via ingenti utili, lasciando sporco, maleodori, sversamenti e ben pochi guadagni per il territorio) sarebbe più saggio costituirsi parte civile e far valere la salute e gli interessi di una intera comunità su vecchi accordi politici o per qualche manciata di voti?»