GROSSETO – La Giornata mondiale del migrante, celebrata domenica 14 gennaio, ha avuto per la diocesi di Grosseto un momento particolarmente significativo: l’accoglienza del vescovo Dionisio Lachovicz, Visitatore Apostolico per i fedeli ucraini in Italia. Il presule è arrivato a Grosseto per incontrare i fedeli ucraini greco cattolici di rito bizantino, che vivono sul territorio maremmano.
Nella chiesa di san Giuseppe, a Grosseto, mons. Lachovicz ha presieduto la Divina Liturgia, concelebrata dal vescovo Rodolfo; da don Vitaliy Perih, da circa un anno a Grosseto come cappellano per la cura spirituale degli ucraini greco cattolici; da don Fabio Bertelli, parroco di san Giuseppe; da don Gian Paolo Marchetti, rettore del Seminario di Grosseto; da don Claudio Piccinini, direttore dell’ufficio missionario e migrantes della diocesi di Grosseto; da don Marco Gentile, responsabile dell’ufficio liturgico e da don Vladimiro Voloshyn, coordinatore nazionale dei preti ucraini in Italia e cappellano degli ucraini a Firenze.
Bellissima e ricca di segni la Divina Liturgia in rito bizantino, arricchita dal canto pressoché continuo. Fra i diversi riti liturgici orientali, quello bizantino è uno dei più rilevanti anche per la sua antichità.
Mons Lachovicz ha ringraziato il vescovo Rodolfo e i sacerdoti della diocesi che hanno preso parte alla Divina Liturgia “come segno di amicizia e di comunione ecclesiale e di testimonianza della cattolicità nel senso più autentico della unità nella diversità”. Ha poi ringraziato per l’accoglienza di don Vitaliy e per la disponibilità di un luogo di culto, la chiesa di san Giuseppe, dove i fedeli della Chiesa greco cattolica ucraina possono riunirsi per pregare e ritrovare il senso della comunità “e sentirsi davvero a casa loro”. “Per noi greco cattolici – ha aggiunto il vescovo Dionisio – è uno spazio sacro dove il tempo è sempre presente ed è un presente eterno”.
Nel suo messaggio per la Giornata dei migranti, Papa Francesco ha scelto quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. E proprio sul verbo “integrare” ha voluto soffermarsi, nel suo saluto, mons. Lachovicz: “Integrare è quello che voi fate per i nostri migranti. Integrare infatti, come ricordava Giovanni Paolo II, non è dimenticare la propria identità, ma è aprirsi per accogliere e contribuire ad una maggiore conoscenza reciproca, per promuovere così un’autentica cultura dell’incontro”. Il vescovo Dionisio ha ricordato infine la sofferenza che attraversa oggi l’Ucraina, dove c’è una guerra che miete vittime continuamente e che spinge molti ed emigrare. Nel 2017 ben 1 milione di persone si sono trasferite nella sola Polonia.
Dal canto suo, il vescovo Rodolfo, oltre a ringraziare il vescovo Dionisio “per il regalo che ci avete fatto oggi, celebrando la Divina Liturgia con cui abbiamo sperimentato di essere immersi nel mistero”, ha ringraziato del servizio di don Vitaliy, “che ci ha aiutati di più a prendere coscienza della presenza così numerosa della comunità ucraina nella nostra terra. Chiediamo scusa nel non aver avuto tutta la giusta attenzione dei fratelli che erano giunti tra noi”. Mons. Cetoloni ha voluto riservare, infine, un particolare ringraziamento alle donne ucraine “per la cura con cui avete pensato e pensate a tante nostre persone anziane. Forse non abbiamo avuto quella attenzione che meritavate giungendo tra noi e lasciando il vostro Paese e le vostre famiglie, però siete state testimoni di tanta fede e anche questo è un servizio che avete reso alla nostra realtà e alla nostra comunità cattolica”.
La giornata si è conclusa con la cena a base di piatti tipici della tradizione ucraina, preparati con gioia e grande impegno dalle donne della comunità ucraina, che anche attraverso il cibo hanno potuto avvertire ulteriormente il legame con la loro terra.