ROCCASTRADA – Era un sabato, proprio come quest’anno, quel 13 gennaio di cinquant’anni fa, quando don Biagio Bailo chiudeva gli occhi su questo mondo per aprirli all’eternità di Dio. Mezzo secolo è passato dalla morte di un sacerdote il cui ricordo, nonostante lo scorrere degli anni, è sempre vivo e la testimonianza attualissima. A settembre, in occasione del centenario della nascita, il Comune di Roccastrada ha voluto intitolargli una piazza del paese, come gesto di gratitudine per il tanto bene che questo sacerdote originario del Piemonte ha fatto. Una vita breve, la sua: appena cinquant’anni. Ma, pur nella sua brevità, intensa, capace di lasciare tracce di Vangelo, grazie ad un apostolato generoso, costante, attento ai bisogni della gente che gli era stata affidata e a cui era stato mandato come pastore e fratello.
Don Bailo morì improvvisamente alle 17.30 di una fredda giornata di gennaio del 1968 nella casa canonica di Roccastrada, colpito da infarto.
Era arciprete di Roccastrada dal 1943, quando il vescovo Galeazzi ve lo inviò, giovanissimo. Giunto a Grosseto come studente di filosofia e dopo gli anni teologici nel Seminario diocesano, era stato ordinato sacerdote il 14 aprile 1940. In un primo tempo fu assegnato alla Cattedrale, in qualità di vice parroco. In quei tre anni si dedicò con passione soprattutto alla formazione dei giovani. Poi il Vescovo lo inviò a Roccastrada ed è lì che si è realizzato pienamente, pur tra non poche difficoltà (era un’epoca di forti contrapposizioni), il suo ministero sacerdotale. In venticinque anni non curò solo le anime, ma dette vita a tante realtà di tipo sociale, educativo e professionale (a partire dalla scuola di lavoro per signore, all’Inapli), testimonianza della sua forte sensibilità verso i bisogni delle persone.
La sua opera-segno resta l’Istituto geriatrico.
Per ricordare il 50esimo della morte, sabato 13 gennaio verrà celebrata una Messa di suffragio nella cappella del cimitero di Roccastrada alle ore 11.