GROSSETO – «Oggi il Consiglio comunale ha recepito il documento programmatico della Fondazione Grosseto Cultura per il triennio 2017-2019, in cui si dà atto del percorso virtuoso che ha caratterizzato l’esperienza, ormai decennale, del principale ente culturale della nostra città». Afferma Carlo De Martis, capogruppo Lista Mascagni sindaco. «In questi anni la Fondazione è cresciuta in modo significativo, sia per quantità che per qualità dell’offerta culturale. Ciò è stato possibile per molteplici fattori, uno di questi la capacità di chi ha amministrato la Fondazione di valorizzare le competenze umane e professionali delle figure delle quali l’ente si è avvalso, rendendo la Fondazione stessa un soggetto non solo ‘produttivo’, ma anche ‘vivo’ e come tale riconosciuto e vissuto dall’intera comunità locale».
«A questo risultato hanno senza dubbio fornito un contributo importante due storiche dell’arte quali Claudia Gennari e Marta Paolini che, tuttavia, dopo dieci anni di ininterrotta collaborazione con la Fondazione sono state messe alla porta, tanto improvvisamente quanto inspiegabilmente. Insieme al rammarico per una simile scelta, a loro va il mio personale ringraziamento per l’impegno che hanno profuso al servizio della Fondazione Grosseto Cultura, che si unisce a quello già espresso da molti altri concittadini. Ma il rammarico va oltre, e porta ad interrogarci su questo ennesimo ‘nuovo corso’ della Fondazione targata Vivarelli Colonna».
«Superate le brutte pagine della presidenza Chigiotti prima e, soprattutto, della presidenza Mori dopo, la nomina di Giovanni Tombari era parsa a molti, compreso il sottoscritto, una scelta saggia e ponderata, capace di riportare nella Fondazione competenza, autonomia e serenità. Questa vicenda rischia invece di riportare nella Fondazione – proprio quando sarebbe stata opportuna una ripartenza distesa e coesa – un clima ambiguo che apre la porta ad ogni possibile retropensiero sul perché di certe decisioni. La questione non è banale né marginale, anche perché stiamo parlando di un organismo di diritto pubblico, soggetto a ben precise regole in termini di trasparenza. Un chiarimento da parte del presidente della Fondazione, dunque, a questo punto crediamo sia necessario. Non solo per rispetto dei principi di trasparenza che devono informare l’operato della Fondazione e dei suoi amministratori, ma anche per rispetto verso due giovani professioniste che tanto hanno dato alla nostra comunità, e che oggi sono senza più un lavoro». Conclude De Martis.