GROSSETO – «Il nuovo distretto socio sanitario rappresenta un errore notevole che evidenzia la disattenzione colpevole con cui i Sindaci del nostro territorio hanno accettato una soluzione “politica” che vede territori con esigenze diverse raggruppati insieme, con costi di gestione che a regime saranno notevolmente superiori rispetto a quello che sarebbe stato una normale riduzione delle aree dalle quattro alle due odierne: si va da Castell’Azzara, a Grosseto, a Montieri al Golfo di Follonica». Così si legge nella nota dell’associazione “Per Grosseto”.
«Nelle settimane passate – aggiunge Paolo Borghi dell’associazione Per Grosseto – abbiamo visto come altre località della Toscana abbiano cercato di raggiungere ragionevolmente, in accordo con la Regione, una migliore ridefinizione degli spazi di azione consapevoli che una buona riorganizzazione per aree il più possibile omogenee rappresenti una reale economia di risorse evitando quei carrozzoni che servono solamente a creare prebende e non un reale miglioramento del la vita dei cittadini: il Comune di Arezzo, intelligentemente ha deciso di costituire un distretto a sé diverso da come il consiglio regionale lo aveva rappresentato nella legge regionale 11/2017 di revisione delle zone distretto».
«Analizziamo la questione in tre punti: In primo luogo, modificare le prescrizioni della legge regionale è possibile se i sindaci lo vogliono. In secondo luogo, nella provincia grossetana la riforma prevede due distretti a fronte dei precedenti 4, distretti disomogenei in quanto abbiamo uno nel sud della provincia con 50.000 abitanti che rimane invariato rispetto alla situazione precedente e uno che comprende tutto il resto della provincia con circa 170.000 abitanti e che ingloba i 3 precedenti distretti. Se il distretto sud appare equilibrato sia in relazione alla dimensione e alle caratteristiche socio-sanitarie non altrettanto può dirsi per l’altro. Abbiamo a che fare con un distretto che ha un territorio molto esteso e una popolazione con marcate differenze sanitarie sociali ed economiche».
«Il distretto si occupa di tantissimi aspetti, dalle case di riposo, agli ambulatori, ai servizi sociali e sanitari. La montagna Grossetana ad esempio ha una scarsa densità abitativa, una popolazione prevalentemente anziana e con malattie croniche e necessita di interventi assistenziali mirati ma, per il suo basso peso, finirà per essere penalizzata nella ripartizione delle risorse tra l’area grossetana e le colline metallifere. Grosseto capoluogo ha esigenze diverse dalle aree dell’entroterra soprattutto in relazione ai bisogni sociosanitari . Faccio due esempi: il disagio giovanile e le politiche conseguenti, l’alta tensione abitativa non sono minimamente paragonabili con i bisogni delle Colline Metallifere, tantomeno della montagna».
«Ad aggravare la funzionalità del Coeso il tecnicismo della doppia maggioranza, una per quote ed una per ogni singolo comune che rischierà di ingessare qualunque decisione lasciando di fatto le decisioni ai dirigenti di nomina politica. I Comuni maggiormente popolosi possono fare la maggioranza ma venire bloccati da alcuni piccoli comuni in un braccio di ferro tutto politico in cui a rimetterci saranno solo i cittadini».
«Infine, il finanziamento di 450.000 euro annui erogato ai distretti che si fonderanno volontariamente: sarà precluso ex-lege ai comuni dell’area dell’Albegna il cui futuro distretto sarà uguale a quello attuale. Questo rappresenta una discriminazione per una popolazione che non ci sentiamo di accettare e una ulteriore discriminazione per una provincia che di per sé non è rappresentata in regione Toscana. Chiediamo quindi alle forze politiche e al Sindaco di Grosseto quale Presidente della Provincia di voler attivarsi per ripristinare una corretta funzionalità dei servizi socio sanitari, indispensabili per una corretta crescita del nostro territorio».