GROSSETO – 80 tipi di carni, 34 differenti, formaggi, 121 paste fresche, e poi vini, salumi, verdure e legumi, 16 Dop, 15 Igp e 460 Pat, prodotti agroalimentari toscani. Il mondo dell’enogastronomia toscana è ricchissimo, per questo le associazioni di categoria degli agricoltori, Cia, Coldiretti e Confagricoltura hanno preparato una pubblicazione per informare i consumatori della varietà di prodotti che la nostra regione produce e per invitare ad acquistarli.
«Spesso alla fine la differenza di prezzo non c’è o è poca – afferma Edoardo Passalacqua responsabile tecnico di Confagricoltura – a volte si sceglie oli di bassa qualità invece di olio extravergine locale e in fondo, visto il consumo, a fine anno la differenza è di poche decine di euro».
«Senza la zootecnia non c’è più neppure la difesa dell’ambiente – sottolinea Fabio Rosso responsabile tecnico Cia – la Toscana è stata costruita dai butteri, dai contadini, dai pastori. E invece per la prima volta, nel 2015, la popolazione residente ha superato il numero dei capi ovini: il pensiero è quali formaggi mangeranno i nostri figli e nipoti? Da dove verrà il latte? Le imprese ovicaprine, dal 2006 al 2016 sono diminuite del 30%, l’età media dei titolari è di 53 anni, solo il 4% ha sotto i 30 anni. Non c’è ricambio».
La guida, cofinanziata da provincia di Grosseto e Regione Toscana, verrà distribuita anche in alcuni supermercati: ci sarà un elenco dei prodotti locali, certificati e tracciati. Un modo per sostenere l’economia e l’agroalimentare locale, sostenendo le nostre aziende e al contempo guadagnando in salute e qualità.