GROSSETO – I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle replicano alle parole del presidente del consiglio comunale che aveva criticato la scelta dei pentastellati di lasciare la seduta odierna del consiglio dopo l’appello.
«La tempestività – scrivono Daniela Lembo, Antonella Pisani, Francesca Amore e Gianluigi Perruzza – con la quale il Presidente del Consiglio Pacella ha inviato un comunicato ai giornali con cui accusa i consiglieri del M5S, ha il sapore dell’attacco fatto per confondere le acque e sviare l’attenzione dal suo grave comportamento di stamattina. È evidente che il presidente Pacella si è completamente dimenticato di quando egli stesso faceva parte dell’opposizione alla giunta Bonifazi e non perdeva occasione nel voler mettere in difficolta l’allora maggioranza quando la stessa si trovava nelle condizioni in cui si è trovata oggi quella attuale. È altrettanto evidente che il presidente Pacella si ricorda ben poco di quando era consigliere comunale ad ancor meno delle regole e degli strumenti che un consigliere comunale ha a disposizione per l’esercizio del suo mandato».
«Chiariamo subito tre punti. La responsabilità del numero legale è della maggioranza, di cui egli fa parte. Se la maggioranza avesse garantito il numero legale, oggi il Consiglio Comunale si sarebbe regolarmente svolto. E questo è il primo punto. Non sta certo ai consiglieri di minoranza garantirlo ” a prescindere”.
Secondo, in un Consiglio Comunale la presenza della maggioranza dei consiglieri di minoranza non è garanzia dell’esistenza del numero legale per tutta la durata del Consiglio, in quanto in ogni momento il numero legale può venire meno. Tutto ciò è legittimo e rientra nella dialettica consiliare».
«Terzo punto, assai importante, il Presidente del Consiglio, nello svolgimento del suo ruolo, deve essere imparziale, garantire l’osservanza del regolamento e non può permettersi di fare valutazioni politiche che esulino dal ruolo che sta svolgendo in quel momento. In questo senso la sua “uscita” fatta a fine Consiglio con la quale afferma di meravigliarsi del nostro (legittimo) comportamento è a dir poco inopportuna. Accusare il M5S di riscuotere ingiustamente i gettoni di presenza, quando nei cinque anni di consiliatura 2011-2016 nulla è stato riscosso dai consiglieri M5S mentre il dott. Pacella li prendeva puntualmente e senza sconti, è un atteggiamento alquanto ipocrita e strumentale da parte del Presidente. Ma se il problema sono i gettoni, allora sappiano tutti che basta scrivere due righe alla segreteria del consiglio comunale e rinunciare al gettone».
«Noi lo devolveremo all’Associazione Persone Down. Gli altri gruppi consiliari presenti, agiranno secondo loro coscienza. Noi con la nostra ci sentiamo a posto. Di più, noi siamo disponibili ad una modifica regolamentare che preveda la non riscossione del gettone al verificarsi di determinate situazioni. Il Presidente parli di meno e lavori di più: ci porti un consiglio una tale modifica, la prossima volta».
«Di sicuro Pacella non stigmatizza i comportamenti altrui come noi. Peccato che non lo faccia nemmeno quando il suo ruolo lo richiederebbe. Stamattina, infatti, mentre la consigliera Amore si consultava con la collega Pisani per decidere il comportamento da tenere rispetto alla mancanza del numero legale, un consigliere della maggioranza, Bruno Ceccherini, si rivolgeva con un linguaggio triviale alla consigliera Amore e in generale al gruppo consiliare del M5S ed altre espressioni di questo livello, senza che Il Presidente del Consiglio lo redarguisse per tale mancanza di rispetto. E’ vero che non aveva il microfono acceso ma, data la sensibilità istituzionale che lo contraddistingue e che ci taccia di non avere, ci sembrerebbe doveroso da parte sua impedire che venisse utilizzato un tale linguaggio durante i lavori consiliari. Insomma, dopo una deludente consiliatura da consigliere e un’altrettanta deludente attività come presidente del consiglio, il dott. Pacella, riuscirà mai a trovare la sua naturale collocazione? E dedicarsi interamente alla professione? Il nostro, vuol essere soltanto un suggerimento».