GROSSETO – Nei giorni scorsi le classi V delle specializzazioni del Polo Tecnologico ”Manetti Porciatti “ nel contesto della alternanza scuola lavoro, hanno incontrato Nantas Nardelli, un ex studente dell’Iti e oggi ricercatore in “intelligenza artificiale” alla università di Oxford dove sta concludendo il dottorato. Nantas ha già acquisito una notevole esperienza lavorativa sul campo, grazie a contratti a termine con Microsoft a Londra e Facebook a New York. Nelle due ore in cui si sono strutturati gli incontri con tutte le specializzazioni dell’Istituto Tecnico Industriale e dell’Istituto Costruzioni Ambiente e Territorio, il giovane ricercatore grossetano ha affrontato con gli studenti il tema specifico dello sviluppo della robotica e dell’ intelligenza artificiale e il lavoro dentro un social media come Facebook. Nantas si è poi concentrato sulle opportunità di affrontare una formazione universitaria all’estero, spiegando quali sono gli atenei anche europei e italiani che offrono le maggiori opportunità di crescita e quelli che sviluppano una grossa attività laboratoriale.
“La scelta – ha spiegato Nardelli – deve essere operata tenendo conto della permeabilità e dei contatti tra mondo della formazione e della ricerca e quello delle aziende. In Inghilterra le università hanno collaborazioni dirette con il mondo economico, cosa che non accade sempre in Italia. Ecco perché è importante valutare, prima dell’uscita dalle scuole superiori, le tante opzioni che ci sono nella formazione universitaria all’estero e in particolare nel Regno Unito. Qui, per entrare in quelle più prestigiose o in quelle che fanno parte del Russell Group, la rete di ventiquattro università britanniche, esiste una ammissione molto selettiva, con un rapporto tra posti disponibili e richieste di ammissione di 1 a 8, e in alcuni corsi anche 1 a 20.” Una attività quella affrontata che ha soddisfatto il dirigente scolastico Antonella Baffetti perché gli studenti hanno mostrato un grande interesse nell’ascoltare chi pochi anni fa era al loro posto.
“Abbiamo l’obbligo di offrire questi momenti di confronto ai nostri ragazzi, ai quali spesso – ha detto -, anche per scarsa conoscenza, si preclude la possibilità di intraprendere un percorso formativo che potrebbe aprire loro opportunità lavorative ed esperienze culturali di valore assoluto. Siamo contenti di aver dato loro questi strumenti perché così avranno più consapevolezza nel valutare e ponderare strade diverse dalla formazione universitaria italiana.”