GROSSETO – Sacchetti a pagamento e biodegradabili: tra poco più di un mese le shopper ultraleggere dovranno essere ecologiche, e non potranno essere date via gratis; anzi, ogni volta che se ne userà una il prezzo dovrà risultare dallo scontrino o dalla fattura. L’idea del Ministero è quella di tentare di ridurre drasticamente l’uso dei sacchetti leggeri e ultraleggeri, diminuendo così l’immissione nell’ambiente di nuova plastica inquinante.
Una vera rivoluzione verde, che però vedrà in prima linea commercianti e consumatori. «Intanto dal 1 gennaio ad andare in pensione saranno i sacchetti trasparenti, non biodegradabili, con cui si insacchettano frutta e verdura – afferma la Confesercenti provinciale -, i cosiddetti ultralleggeri, che invece dovranno avere una percentuale crescente di materia rinnovabile a partire dal 40% (nel 2021 diventerà il 60%)».
Anche questi saranno a pagamento, ma, a differenza di quel che si può fare con le borse della spesa, per questioni di igiene non sarà possibile portarsi le bustine da casa per insacchettare frutta e verdura. Né sarà consentito mettere differenti prodotti nello stesso sacchetto. La stessa normativa dovrebbe inoltre riguardare anche i sacchetti con cui, al banco gastronomia, si impacchettano i formaggi o i salumi.
Quindi, se al momento le certezze sono poche, di sicuro sembra esserci la data, il primo gennaio 2018: da quel momento gli shopper in cui mettere e pesare mele, arance, insalata e pomodori dovranno essere ecologici, fatti per il 40% di materia prima rinnovabile, e a pagamento. Tutti dovranno adeguarsi con sacchetti a pagamento (dovrà risultare dallo scontrino) e biodegradabili (sulle borse il produttore dovrà stampare le specifiche che ne garantiscano le caratteristiche), pena una sanzione che andrà dai 2.500 ai 25 mila euro.