GROSSETO – Il Movimento Cinque Stelle di Grosseto analizza l’indagine sulla qualità della vita nelle città italiane. Lo fa con una nota a firma dei consiglieri Daniela Lembo, Antonella Pisani, Francesca Amore e Gianluigi Perruzza.
“Rispetto allo scorso anno, Grosseto perde 2 punti per qualità della vita dei suoi abitanti – scrivono i consiglieri – Poco male, si potrebbe dire, sono solo 2 punti. Tutto sommato il valore totale rilevato rimane comunque nella media tra 110 province italiane analizzate. La realtà è invece molto più amara ed i dati che andremo a descrivere racconteranno di una città che non è stata capace di pianificare un suo sviluppo intelligente/sostenibile, dove non esiste un programma d’azione pensato per le persone, per il pianeta e per la prosperità. Parliamo di mancanza di strategie, assenza di visione sistemica.
Poche settimane fa sono usciti i risultati Icity rate 2017, ovvero il Rapporto annuale realizzato da Fpa che fotografa la situazione delle città italiane nel percorso verso città più intelligenti, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili. Per realizzare il rapporto, Fpa individua e analizza diverse dimensioni urbane e, per ognuna di queste, un certo numero di variabili e di indicatori. I valori ottenuti dall’esame delle variabili/indicatori sulla base delle fonti esistenti, vengono poi trasformati e aggregati in un unico valore di sintesi che consente di stilare un indice finale (ICity index).
E così, mentre per suolo e territorio Grosseto si colloca al 2°posto, (a sottolineare la naturale peculiarità e vocazione dei nostri luoghi) e all’ 8° per acqua e aria, per la mobilita’ sostenibile è al 94° posto su 106 capoluoghi di provincia analizzati, al 93° per istruzione, all’87° per i rifiuti urbani, all’82° per risparmio energetico, al 79° per crescita economica, al 73° per il contrasto alla poverta’, al 68° per cultura e turismo, al 65° per occupazione ed al 62° per ricerca e innovazione”.
“Di che cosa stiamo parlando? – si chiedono i pentastellati – Parliamo di Smart Sustainable City (Città Intelligente Sostenibile) ovvero di una città che punta ad alzare il livello della tecnologia e della comunicazione al punto tale da migliorare i processi di innovazione sociale, culturale ed organizzativa assieme alla qualità della vita, alla competitività, all’occupazione e alla sostenibilità economica/sociale /ambientale dei suoi abitanti. Esiste quindi (facendo un esempio) per la mobilità, un impegno della città al 2030 per “garantire a tutti l’accesso ad un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile, e sostenibile, migliorando così la sicurezza delle strade, potenziando i trasporti pubblici, con particolare attenzione ai bisogni di coloro che sono più vulnerabili”? La risposta è no. Esistono delle best practice in termini di percentuali di raccolta differenziata ed in termini di basse quote pro-capite a favore dei cittadini? Esistono dei progetti significativi legati all’aumento flussi turistici e alla capacità di “attrazione culturale” delle aree urbane? La risposta è no.
L’unico progetto interessante in ambito artistico/culturale (Città Visibile) che la città di Grosseto poteva vantare è stato quest’anno mortificato ed impoverito per volontà della nostra attuale giunta – concludono i consiglieri – In conclusione, il rating totale 2017 vede Grosseto passare dal 60° posto su 106 del 2016, al 64°posto. Insomma, al contrario di ciò che risulta dal rapporto di Legambiente, gli aspetti ambientali del nostro territorio, evidentemente, sembrano essere quelli meno problematici: suolo, acqua, aria, Madre Natura ci ha fatto un grande dono. A noi tutti l’onere e l’impegno di preservare e tutelare tali risorse affinché le generazioni future possano soddisfare i propri bisogni. Tutto il resto è frutto della non visione di chi amministra oggi e di chi lo ha fatto ieri”.