CAPALBIO – Le Associazioni Ambientaliste – FAI, Italia Nostra, Legambiente, WWF, Comitato per la bellezza, Terra di Maremma, Rete dei Comitati per la difesa del Territorio , che hanno svolto oggi un’assemblea pubblica a Capalbio – non condividono lo spezzatino proposto dal MIT che punta ad allungare l’Autostrada SAT da Tarquinia ad Ansedonia ed adeguare l’Aurelia solo da Grosseto ad Ansedonia e chiedono che la revisione del progetto sia integrale.
A questo scopo hanno predisposto un documento in cinque punti con le specifiche motivazioni che è stato consegnato giovedì 16 novembre al Capo di Gabinetto del Ministro per le Infrastrutture e di Trasporti Graziano Delrio, come Ministero vigilante su ANAS e sia come Struttura tecnica di Missione che segue la project review dei progetti di opere strategiche ex legge obiettivo, finalizzata ad ottenere uno studio ANAS della intera tratta SS1 da Grosseto a Tarquinia, con priorità di intervento e finanziamento per i tratti maggiormente critici ed insicuri a due corsie.
Hanno anche coinvolto le competenti commissioni parlamentari perché intervengano su questa decisione e richiesto anche ad ANAS di predisporre uno Studio di adeguamento dell’intera tratta tra Grosseto-Tarquinia della Strada Statale Aurelia.
All’assemblea ha partecipato il sindaco Bellumori ed è intervenuto il comitato Maremma ViVa. Sono cinque le motivazioni che hanno indotto le associazioni ambientaliste a contestare lo “spezzatino” tra ANAS e SAT:
L’Allegato Infrastrutture al DEF 2017 che ha richiesto la project review sul progetto autostradale SAT ha indicato il “completamento itinerario Livorno-Civitavecchia” come l’ambito di revisione. Quindi non e’ stata rispettata questa indicazione, non sono stati resi noti gli studi per individuare “l’alternativa più sostenibile” e le motivazioni progettuali che hanno indotto la scelta mista ANAS/SAT.
Il fatto che ANAS abbia dichiarato di aver avuto l’indicazione di effettuare la revisione del progetto anche sul Lotto 5A e poi che questa non sia stata presentata induce a pensare ad una scelta “politica” non supportata da motivazioni tecniche, che comunque non sono state rese pubbliche e poste al confronto con il territorio
Tra gli argomenti invocati dal MIT per il mantenimento del progetto SAT fino ad Ansedonia vi sarebbe il fatto che i progetti definitivi dei due lotti 6B e 5A sono stati già approvati con Delibera Cipe del 2012 e quindi sarebbe inutile sottoporli a project review. Va ricordato che anche questi due lotti sono stati rivisti con nuove soluzioni progettuali nel 2014 e 2016 da parte di SAT- come emerge chiaramente dalla Relazione di Inquadramento Generale prodotta da SAT nell’ambito della Procedura di VIA (Doc PCC 500) 2016/2017 – e come non sia ancora conclusa da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare la verifica di ottemperanza sui Progetti definitivi dei Lotti 5A Ansedonia-Pescia R. e 6B Pescia R. – Tarquinia, di complessivi 40 Km. Questo significa che nemmeno questi due lotti possono ritenersi approvati e realizzabili non avendo superato i progetti definitivi la verifica di ottemperanza e non avendo di conseguenza proceduto alla elaborazione del progetto esecutivo.
Non è stato mai presentato il Piano Economico e Finanziario degli interventi da parte di SAT e non è diventato operativo il protocollo d’intesa MIT/SAT/ASPI/Regioni del 13 maggio 2015. Questo perché non sono mai stati approvati gli Atti Aggiuntivi alla Convenzione Unica, che comunque avranno efficacia con l’approvazione dei Decreti da parte dei Ministeri competenti. Questo non è accaduto sia per il contenzioso con Bruxelles sulla legittimità della concessione SAT, sugli appalti a gara ed altre clausole ad oggi non risolto e sia per la revisione del progetto in corso con la project review. In pratica questo significa che non vi sono certezze di finanziamento da parte di SAT nemmeno sui due lotti 6B e 5A.
La concessione SAT alla Corte di Giustizia. Come è noto in data 17 maggio 2017 la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Europea per la illegittimità della concessione SAT a suo tempo assicurata senza gara nel 2009, con la violazione della direttiva 2004/18/CE, sui cui è stata prima aperta una procedura di infrazione che si era chiusa con gli impegni del Governo Italiano ad intervenire sulla durata e sull’obbligo di gara d’appalto del 100% delle opere. Impegni che non sono stati rispettati dal Governo Italiano, su cui è stata riaperta la procedura d’infrazione nel 2014, poi a seguito delle risposte insufficienti da parte dell’Italia, adesso è stata deferita alla Corte di Giustizia. Questo significa che l’attuale concessione SAT è ampiamente incerta e sotto giudizio UE: quindi SAT non è in grado in questo momento di assumersi impegni per investimenti nemmeno per i due lotti 6B e 5A.
Per queste tutte queste ragioni e motivazioni, le associazioni ambientaliste chiedono di puntare sul progetto di adeguamento dell’Aurelia SS1 da Grosseto a Tarquinia.
Di revocare con delibera Cipe l’affidamento in concessione a SAT e di indicare ANAS quale soggetto aggiudicatore, in modo che sia legittimata ad intervenire sulla risistemazione della Strada Statale Aurelia. Infine di destinare in modo progressivo le risorse pubbliche disponibili (fondo MIT e risorse ANAS) ai tratti maggiormente pericolosi, come quelli a due corsie del territorio capalbiese.