SCARLINO – «Anche quest’anno i dipendenti del Comune di Scarlino non hanno ancora notizia dell’erogazione del “premio di produttività” relativo all’anno 2016: un compenso – peraltro quasi simbolico in quanto assai esiguo – previsto dalla legge e dai contratti collettivi per incentivare il lavoro». A parlare è Stefano Corsini per l’Unione sindacale di base del pubblico impiego che «prende atto con rammarico di come la linea seguita dall’attuale Amministrazione sia in perfetta continuità con quella tenuta dalla precedente, in quanto a disinteresse nei confronti dell’impegno prestato quotidianamente dai propri dipendenti. Il ritardo, divenuto fisiologico di anno in anno e per questo inaccettabile, testimonia quanto il servizio dei pubblici dipendenti venga preso per scontato».
Il sindacato poi sottolinea anche altri problemi: «Si attende già dal lontano 2015 una risposta in merito alla gestione “disinvolta” del lavoro straordinario, il monte orario corrispondente è stato immancabilmente sperperato anche quest’anno, tanto da costringere molti dipendenti a rinunciare al loro diritto alla retribuzione dello straordinario che sarà necessario svolgere, nei prossimi mesi, per garantire la normale e corretta erogazione dei servizi al cittadino».
«La riorganizzazione imposta dall’Amministrazione lo scorso settembre ha poi incrementato il già elevato numero di figure apicali presenti in un Comune di dimensioni così modeste: un’organizzazione bizantina e costosa, una sorta di esercito di Franceschiello con tanti generali e poca truppa, che la Giunta ha caparbiamente voluto e portato a compimento rifiutando ogni ragionevole proposta di Parte sindacale, quale, ad esempio, l’assunzione di personale a fronte dei pensionamenti, e la cosiddetta “pesatura” delle posizioni organizzative, strumento obbligatorio per legge, che regola il compenso dei dirigenti misurandolo sulle loro effettive responsabilità».
«In ultimo nei confronti di alcuni dipendenti subalterni si è assistito all’attribuzione di importanti responsabilità, senza alcuna retribuzione aggiuntiva, in maniera del tutto scoordinata nel tessuto organizzativo dell’Ente, e, quindi, senza alcun beneficio apprezzabile in termini di qualità dei servizi». Concludono i sindacati.