VIGNALE (LI) – Vendite in crescita e perdita che si è ridotta di due terzi. I vertici di Unicoop Tirreno hanno reso pubblici gli ultimi dati, aggiornati al terzo trimestre, e la situazione della cooperativa lascia aperte prospettive interessanti per il futuro. Il piano triennale varato per Unicoop ha come obiettivo quello di far ritornare l’azienda a produrre utile nel 2019. Un percorso fatto di tappe e risultati intermedi che, come hanno spiegato questa mattina nella sede di Vignale Riotorto, il presidente Marco Lami e il direttore generale Piero Canova, fino ad oggi sono state rispettate.
I dati a settembre 2017 sono in netto miglioramento sia per quanto riguarda gli obiettivi prefissati nel Preventivo aziendale sia per quanto riguarda gli impegni convenuti con le Cooperative che hanno adottato gli strumenti finanziari partecipativi a fine 2016.
Al settembre scorso le vendite totali superano del + 0, 72 % quelle dello stesso periodo (gennaio – settembre) del 2016 mentre sono sostanzialmente in linea (+ 0,13 %) rispetto al Preventivo 2017. Da evidenziare il dato positivo della rete toscana che incrementa fortemente le vendite. Le stime a finire per l’anno in corso prevedono un + 0,70 % di incremento annuale.
«Con questi numeri – ha detto Lami – ci sono fondate aspettative di cogliere risultati importanti nel 2017. Le prove da superare sono diverse, ma per il momento possiamo dire che due la abbiamo già superate. Grazie all’intervento delle altre cooperative abbiamo compiuto un aumento di patrimonio che ci fa rientrare all’interno dei paramatri di Banca Italia per la raccolta, l’altra invece riguarda i risultati che stiamo ottenendo in questo 2017».
Un quadro di ripresa dell’azienda messo in evidenza anche dal direttore generale. «Le vendite stanno andando bene – spiega Canova – e la cooperativa cresce nonostante la chiusura di qualche punto vendita e alcune ristrutturazioni. Se crescono le vendite cresce anche la possibilità di ottenere risultati positivi che in questo caso sono migliori rispetto alla previsioni. Il dato del “+ 0,7%” ci colloca infatti tra i gruppi virtuosi. L’altro aspetto importante è poi quello che riguarda le perdite: le abbiamo ridotte di due terzi rispetto al 2016, e possiamo dire di aver imboccato una strada buona».
Il cammino come prevede il piano industriale è ancora lungo, ma Canova ribadisce la bontà delle scelte fatte fino ad oggi che anche sul fronte dell’occupazione non hanno portato licenziamenti. «Nessuno è stato licenziato, le uscite di dipendenti da Uniccop Tirreno sono state tutte volontarie e concordate». In coerenza con gli accordi 246 dipendenti sono usciti o stanno uscendo volontariamente utilizzando lo strumento dell’esodo incentivato nel quale l’azienda ha investito diverse risorse.
Chiusure e cessioni. Nel 2017 la Cooperativa ha chiuso 9 punti vendita di cui 4 in Toscana e 5 nel Lazio. Queste chiusure sono sempre avvenute al termine di un lungo processo di verifica della possibilità di mantenere aperti e rilanciare negozi che da anni presentavano gravi perdite. Tutti i dipendenti sono stati ricollocati in altre strutture di Unicoop Tirreno. A Terracina la Cooperativa sta trattando la cessione ad altro operatore; la trattativa è in fase avanzata con l’obiettivo, fra l’altro, di salvaguardare l’occupazione dei dipendenti.
Nel contempo sono stati effettuati importanti interventi di ristrutturazione e rilancio di punti vendita sia in Toscana (Grosseto Via Inghilterra, Ribolla) che nel Lazio (Roma Casilino, Roma Eur, Colleferro, Acquapendente). Investimenti compiuti anche in innovazione: l’introduzione dell’illuminazione a led per il risparmio energetico e la tutela ambientale, la nuova concezione di ipermercato introdotta all’IperCoop Euroma 2, le etichette elettroniche sperimentate a Grosseto Via Inghilterra, l’app My Foody nel Lazio contro lo spreco alimentare.
Per il momento Unicoop Tirreno non ha intenzione di chiudere altri punti vendita. «Ce ne sono alcuni che sono in perdita – ha detto Canova – e stiamo lavorando per trovare soluzioni e per farli tornare in attivo. Certo che quella di chiudere punti vendita non è una nostra strategia visto che chiudere un negozio ha sempre aspetti negativi».