GROSSETO – Sono ancora le famiglie a soffrire maggiormente la crisi, specie in provincia di Grosseto, dove la ripresa stenta a farsi sentire. È quanto emerge dal rapporto di ricerca Eures-Cer (centro economico europeo), commissionato dalla Confesercenti. Se il tasso di disoccupazione scende (da 7,8 a 7,1%), come anche nel resto d’Italia (da 11,9 a 11,7%) per quanto riguarda invece l’occupazione femminile la nostra provincia segue invece il trend della Toscana, dove le donne al lavoro sono in calo: se in Italia l’occupazione femminile sale dello 0,9% in Toscana scende di 0,1% (da 58,5 a 58,4) e a Grosseto la performance è ancora peggiore, passando da un 54,9 al 54,2%. Dati, quelli sull’occupazione, che rispecchiano drammaticamente il rapporto della Cgil dei primi di novembre (cliccare sulle tabelle per ingrandirle).
Resta stabile (47,6%) il livello di povertà (misurato dalla percentuale di contribuenti “poveri” – con reddito annuo inferiore a 15mila euro – sul totale), mentre, in Toscana, aumenta di mezzo punto (da 5,5 a 6%), anche la capacità di solvibilità familiare (misurata dal rapporto tra sofferenze e impieghi delle famiglie consumatrici). Mentre a Grosseto l’insolvenza è in aumento (da 5,4 a 6,5%).
Nota positiva per quanto riguarda il pubblico impiego: se nel resto d’Italia aumenta il tasso di assenteismo, a Grosseto il dato è invece stabile. Migliora anche il senso di responsabilità civica dei cittadini, in particolare sotto il profilo della sensibilità ambientale: la percentuale di rifiuti sottoposti a raccolta differenziata passa infatti, a livello nazionale, dal 42,3% al 45,2%, registrando un incremento di 2,9 punti percentuali: la Toscana si attesta su un 2,3% in più con un 44,3% di differenziata, Grosseto passa dal 30,8 al 30,2%.
«Dati, quelli della crisi economica di tante famiglia, che inevitabilmente si intrecciano con quelli delle imprese – afferma Confesercenti – calano gli occupati, e cresce l’insolvenza delle aziende». Secondo stime Eures si passa infatti dal 28,08% al 31,6%, mentre cala dallo 1,9 allo 1,5% il tasso di sviluppo delle imprese. «Come si esce da questa situazione – chiede Confesercenti -? La chiave è sicuramente mettersi insieme». L’associazione di categoria pone la necessità di «un tavolo a cui far sedere le istituzioni locali, le organizzazioni, per definire le priorità in ordine agli interventi da mettere in atto».