GROSSETO – “Come Anp–Cia Grosseto invitiamo il Governo a non dimenticare, nella nuova legge di bilancio, la figura degli agricoltori considerandola al pari dei lavoratori agricoli. La nostra è una battaglia per dare dignità a queste persone, abbiamo ottenuto alcuni miglioramenti ora chiediamo che nella finanziaria questi vengano confermati e soprattutto chiediamo che non venga umiliata quella fascia più debole che ha dedicato la vita a lavorare la terra”
A rivolgere l’invito al Parlamento in vista della prossima legge di bilancio è Gianfranco Turbanti presidente Anp-Cia Grosseto che sollecita le istituzioni ad avere attenzione per le difficili condizioni economiche in cui vivono molti agricoltori.
“Mentre aleggia l’innalzamento dell’età pensionabile riteniamo assolutamente necessario – spiega Turbanti – che, al pari dei lavoratori agricoli, anche gli agricoltori vengano inseriti tra coloro che hanno svolto lavori usuranti, in modo da poter usufruire dell’anticipo pensionistico senza penalizzazioni. Chi ha fatto questo lavoro per una vita intera, lavorando in generale, prima, alle dipendenze di facoltosi latifondisti e successivamente come piccoli proprietari in aziende con redditi irrisori e difficoltà gestionali rilevanti, con orari e situazioni ambientali molto carenti , non può essere considerato al pari di chi ha svolto lavori giudicati leggeri. Inoltre torniamo a chiedere con forza che le pensioni minime vengano portate a 650 euro come previsto dalla Carta Sociale Europea, e che l’aumento concesso lo scorso anno sulla 14esima mensilità, venga confermata e diventi strutturale.”
“ In questi ultimi anni e soprattutto in questi mesi – interviene Enrico Rabazzi vice presidente regionale e presidente grossetano Cia – molte sono state le iniziative di Anp-Cia: incontri a vari livelli, tavole rotonde, manifestazioni e anche una petizione. Iniziative che abbiamo sostenuto perché , come Associazione, pensiamo sia doveroso tutelare e non dimenticare chi ha contribuito a rendere il settore primario quello che oggi è. Riteniamo nostro compito dover aiutare chi ha lavorato una vita senza giorno di riposto, chi ha tutelato il nostro territorio e consentito di avere in tavola cibo genuino. Molte di queste persone oggi, pur in età avanzata a causa delle misere pensioni, sono costrette ancora a lavorare nelle loro aziende e questo è inaccettabile- conclude il presidente Cia-. Un dramma che si amplifica per coloro che vivono nelle zone di campagna lontane dai grandi centri urbani. Come Confederazione appoggiamo dunque le richieste di Anp e invitiamo il Governo a non trascurare questo settore, farlo sarebbe creare una grave ingiustizia e dimostrare che gli agricoltori sono cittadini di serie B.”