GROSSETO – «Con una mossa tipica delle forze politiche di lotta e di governo, Fratelli d’Italia – denunciando lo stato di insicurezza della città che sta amministrando – annuncia di voler organizzare le ronde sulle mura medicee». Lorenzo Mascagni, capogruppo di opposizione in consiglio comunale commenta così le dichiarazioni di Fabrizio Rossi in merito alla proposta di presidi sulle Mura il fine settimana.
«Eppure fino ad un anno e mezzo fa i demagoghi della destra avevano raccontato alla città che la colpa dei fenomeni di degrado e delinquenza urbana era della giunta di centrosinistra – prosegue Mascagni -. I fatti però li stanno smentendo se è vero, come è vero, che a distanza di un anno e mezzo dall’insediamento della nuova giunta, il decoro urbano e l’ordine pubblico della città sono decisamente peggiorati. A che cosa serve dunque l’assessorato alla sicurezza, nel quale erano compendiate tutte le proposte dell’attuale maggioranza in tema di sicurezza urbana?».
«Forse a niente. E ne devono essere convinti anche gli esponenti di Fratelli d’Italia se si sono sentiti in dovere di proporre le ronde. Ecco perché la proposta del partito della Meloni costituisce un vero e proprio atto di sfiducia nei confronti dell’assessore Turbanti, oltre che una mancanza di rispetto per il lavoro delle forze dell’ordine cui è demandato il compito di presidiare e proteggere il territorio. Del resto, attribuire compiti di sicurezza a gruppi di militanti politici, non formati, senza competenza alcuna e del tutto privi di strumenti, finirebbe paradossalmente per ingigantire il problema e creare alle forze dell’ordine più problemi di quanti se ne vorrebbero risolvere».
«La verità, dunque, è che tali proposte estemporanee servono solo a tentar di nascondere l’incapacità di questa amministrazione di affrontare un problema complesso, e per allontanare da sé responsabilità che sono sempre più evidenti – afferma il capogruppo Pd -. Perché, invece di lanciarsi in continue invettive contro il Prefetto, non viene stipulato con lui un nuovo patto per la sicurezza urbana sfruttando i nuovi strumenti offerti dal decreto Minniti? Poi il Comune deve fare la propria parte. Ad esempio, per rivitalizzare le mura e toglierle al degrado, sarebbe l’ora che alle tante parole sin qui spese dall’amministrazione cominciasse ad affiancarsi qualche fatto concreto».
«Ancora, manca del tutto (o se c’è, non si vede) una strategia per favorire e sostenere la ripresa economica del nostro territorio, che sta facendo fatica più di altri ad uscire dalla crisi. Eppure nessuno può seriamente illudersi che le cose miglioreranno se chi guida una comunità non sa immaginare in quale direzione si debba andare nei prossimi anni. Gli attuali amministratori non sanno dare risposte in tempi accettabili a chi quotidianamente combatte per preservare il tessuto economico del territorio e per sottrarre al degrado pezzi di città. Emblematico il caso gazebo, mal gestito proprio dall’assessore di FdI».
«Il Comune di Grosseto, insieme a quello di Campagnatico, preferisce protestare con il prefetto per l’arrivo di migranti, ma si rifiuta da aderire allo Sprar, che è il sistema (istituito proprio dal centrodestra) per gestirne l’arrivo senza subire decisioni calate dall’alto, contenendone il numero e prevedendo programmi di integrazione. Detto in altri termini: preferisce protestare ma si rifiuta di governare il fenomeno. Che ne è poi dell’assessorato al sociale? Esistono ancora le politiche sociali nel Comune di Grosseto? Ecco, se la città è meno sicura forse è perché la destra non sa governare né promuovere strategie di sviluppo e di coesione sociale. Rimangono, a distanza di un anno e mezzo dal loro insediamento, le dimostrazioni folkloristiche contro il Prefetto, le esternazioni sui social e la battaglia su chi avuto per primo l’idea di via Almirante. Un po’ poco, sinceramente».
«Meno male che tra poco arriveranno i 10 milioni previsti dal governo Renzi con il bando periferie, e con i quali si potranno finanziare importanti progetti che la nuova amministrazione si è trovata nei cassetti; progetti che contribuiranno – se non a dare respiro alle imprese locali, vista la scelta dell’amministrazione – quanto meno a rimuovere il degrado e riqualificare parti importanti della città». Conclude Mascagni.