GROSSETO – Lo scorso 2 novembre, presso la sezione Coldiretti Impresa Pesca di Monte Argentario, in corso Umberto I a Porto Santo Stefano, si sono ritrovati i pescatori aderenti a Coldiretti per fare il punto sulle attività. “Dopo il fermo pesca, così come programmato a metà agosto – ha detto il direttore provinciale di Coldiretti, Andrea Renna – abbiamo voluto fare il punto sulle criticità nel settore. Ad aprire i lavori il referente di Coldiretti Impresa Pesca, Cristian Serra, che ha spiegato i risultati conseguiti a livello nazionale e regionale per poi analizzare lo scenario locale.
Rino Manno, presidente della sezione della pesca di Coldiretti a livello provinciale, ha rimarcato il lavoro fatto, anche a livello legale, grazie al supporto dell’avv. Alessandro Antichi, per la riscossione dei premi per il fermo pesca di due anni fa oltre che a quello dell’anno scorso che per molti pescatori, ancora oggi, rappresenta una chimera.
Un focus di approfondimento importante che ha permesso agli oltre venti pescatori presenti di portare alla ribalta anche altre problematiche tra le quali quelle dell’approvvigionamento dell’acqua in porto. Sul fermo pesca, sperando che il 2017 rappresenti l’ultimo anno di una modalità che penalizza, almeno così come viene applicata, la categoria, tutti hanno convenuto che occorrono modalità nuove.
I pescatori sono i primi veri tutori dell’ambiente – ha detto Renna – con la propria attività quotidiana e stanno lavorando a progetti che mirano proprio a tutelare l’ambiente. In un Paese come l’Italia che importa più di 2 pesci su 3 nei territori interessati, con il fermo biologico, aumenta, peraltro, il rischio – continua Renna – di ritrovarsi nel piatto grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, straniere o congelate. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresa pesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa).
“Non vogliamo elemosine – ha detto Manno, che durante l’assemblea è stato rieletto presidente di sezione di Monte Argentario – riguardo i mancati pagamenti negli anni scorsi – vorremmo solo lavorare, ma visto che non ci hanno permesso di farlo, oggi dobbiamo ricevere quanto garantito per il fermo degli anni passati altrimenti oltre al danno ci sarebbe anche la beffa. L’auspicio è che dal 2018 si possa mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie.