GROSSETO – Il ritardo nell’incassare quanto dovuto è una delle difficoltà più grandi cui devono far fronte le imprese, già duramente piegate dalla crisi. Perché talvolta si rivelano quasi biblici i tempi di pagamento delle amministrazioni pubbliche committenti di opere o servizi. Qual è la situazione in provincia di Grosseto?
Una risposta arriva dal report “Tempi di pagamento della P.a.: un’analisi per territorio” elaborato dall’Ufficio studi di Confartigianato. E i numeri non evidenziano una situazione così disastrosa: nel Grossetano i Comuni fanno registrare tempi di pagamento pari a 72 giorni (dato che vale il 28° posto nel ranking nazionale), mentre gli altri enti 37 giorni (64° posto). In media, in Maremma, tempi di pagamento pari a 64 giorni da parte delle pubbliche amministrazioni e 42° posto in Italia per il Grossetano. Nella prima metà della classifica, dunque.
Nel dettaglio, su un totale di 25 Comuni presi in esame nella nostra provincia, risultano 3 quelli che pagano entro 30 giorni; 13 invece saldano le fatture in un periodo di tempo compreso tra 31 e 60 giorni, altri 6 pagano in un periodo di tempo compreso tra 61 e 90 giorni e 3 fra 91 e 180 giorni. Nessun Comune (fortunatamente) è solito regolarizzare i propri pagamenti a 181 giorni e oltre. La norma per le pubbliche amministrazioni, comunque, anche in Maremma, è pagare i fornitori oltre 30 giorni: così funziona per l’88% degli enti. Piuttosto il Grossetano è ai piani bassi della classifica (93° posto in Italia) che mette in fila i Comuni che pagano entro 30 giorni: appena il 12%.
«Da sempre – dice Mauro Ciani, segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto – il tema dei tempi di pagamento è tra i più sentiti dagli imprenditori, soprattutto dai titolari di micro, piccole e medie attività. Dopo aver superato mille ostacoli per aggiudicarsi la fornitura di un’opera o di un servizio, infatti, è intollerabile dover aspettare mesi per riscuotere quanto dovuto. E quando si tratta magari di piccole attività, il cui bilancio si regge mese per mese sulla riscossione delle fatture, è intollerabile che a decretare la morte delle imprese possa essere un ente pubblico che dovrebbe essere sinonimo di certezza e garanzia. In Maremma, a quanto pare, la situazione non pare essere così disastrosa. Ma non dobbiamo abbassare la guardia: chi governa gli enti deve sempre tener presente la responsabilità nei confronti di chi gestisce un’impresa e offre posti di lavoro».
Il volume d’affari è tutt’altro che trascurabile: solo i Comuni, nel 2016, hanno pagato importi per un totale di 109 milioni e 912mila euro. Tra questi, 25,2 milioni fino a 30 giorni, 21,1 milioni fra 31 e 60 giorni, 23,5 milioni fra 61 e 90 giorni, 40 milioni fra 91 e 180 giorni. La stragrande maggioranza (84,6 milioni di euro) oltre 30 giorni.