FIRENZE – Prevenzione, sostegno alle imprese, prelievo; questi i punti principali del cosiddetto ‘Piano lupo’ ancora bloccato a livello nazionale, ma che la Regione Toscana – con una nuova lettera indirizzata al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – richiede formalmente di poter attuare sul proprio territorio.
“Sono oltre 1.500 gli attacchi denunciati dagli allevatori solo nell’ultimo triennio. Si tratta di numeri da capogiro, che purtroppo non riescono ad esprimere la frustrazione dei molti che hanno persino smesso di segnalare le predazioni subite, ma che danno però l’idea della gravità del problema che stiamo vivendo. La Regione ha cercato di fronteggiare questa situazione investendo somme ingenti in opere di prevenzione (come ad esempio recinzioni e cani da guardia), supportando gli allevatori danneggiati mediante il rimborso dei danni subiti, provvedendo a finanziare piani di cattura dei cani vaganti nelle aree critiche e persino alla cattura di alcuni esemplari di ibridi, con un impegno complessivo negli ultimi 3 anni di oltre 3 milioni di euro”.
Così l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi facendo il punto sulle azioni decise dalla Regione a difesa del settore primario e in particolare di tutti quegli agricoltori i cui capi ovini e bovini sono stati colpiti dagli attacchi dei predatori.
Ma questo insieme di azioni, ha sottolineato Remaschi, non è più sufficiente: “In questi ultimi mesi le problematiche si sono aggravate, come dimostra l’aumento delle predazioni e delle aziende costrette a cessare la propria attività. Per questo abbiamo deciso di chiedere al ministro dell’Ambiente l’autorizzazione al prelievo in deroga di un numero di capi pari al 5% del totale dei lupi presenti nel nostro territorio. Nel frattempo, confermo l’impegno ad individuare nel bilancio regionale 500mila euro utili ad assicurare le risorse necessarie a coprire tutte le richieste di indennizzo per danni del 2016, la cui graduatoria è stata approvata pochi giorni fa”.
“Portare nuovamente l’attenzione del Ministero su un tema così rilevante per il nostro territorio è, a mio avviso, indispensabile – commenta Leonardo Marras, capogruppo PD in Consiglio Regionale –, gli agricoltori toscani non riescono più a sopportare le conseguenze dei continui attacchi dei lupi, le segnalazioni che riceviamo sono ormai quotidiane, e si aspettano da noi una risposta concreta e immediata. Intanto, la notizia positiva è l’autorizzazione da parte della Commissione europea a superare il limite finanziario dei 15.000 euro in tre anni, ovvero il tanto auspicato superamento del regime de minimis che ci permetterà di indennizzare integralmente le aziende colpite da attacchi ai predatori”.
La Regione Toscana intende muoversi su tutti i fronti, tra cui di particolare rilevanza quello di assicurare un rimborso dei danni più congruo per le azioni dei predatori: “Abbiamo dimostrato alla Ue – aggiunge Remaschi – la necessità, vista la gravità della situazione per le aziende, di superare il vincolo fissato per il cosiddetto regime degli aiuti di Stato: in questo modo gli agricoltori potranno ricevere per intero quanto necessario rispetto ai danni subiti”. Questa novità sarà applicabile quindi sin dal prossimo bando.
“In commissione abbiamo portato avanti un’indagine conoscitiva sulla prolificazione del lupo – spiega Gianni Anselmi, presidente della commissione Sviluppo rurale del Consiglio regionale –; questa ha permesso di tracciare un quadro chiaro e aggiornato della situazione, rispecchiando gli allarmi lanciati da allevatori e agricoltori e rilevando come il fenomeno delle predazioni non sia più localizzabile solo nelle aree marginali della maremma e del senese ma sia ormai diffuso su tutto il territorio. Dalla conclusione dell’indagine era emerso un approccio toscano coerente con le prescrizioni e l’ampiezza degli strumenti previsti dal Piano lupo, strumenti che la Regione ha messo in campo e che prevedono il prelievo come strumento ultimo e straordinario a fronte di una situazione non ordinaria”.
L’assessore Remaschi ha anche ricordato il pericoloso diffondersi di fenomeni di bracconaggio nei confronti dei lupi: “Si sta diffondendo negli abitanti di diverse zone della collina e della montagna toscana l’idea di essere lasciati soli di fronte ad un fenomeno che non da segnali di affievolimento, ma anzi, giorno dopo giorno sembra crescere senza avere risposte, ingenerando l’indebita idea di doversi “difendere” da soli”.
“Riteniamo – proseguono Remaschi e Marras – che non ci siano le condizioni per poter attendere oltre l’approvazione del Piano nazionale, ma c’è la necessità oggettiva, almeno per il territorio toscano, di mettere in atto quanto indicato nel documento applicando le previsioni delle direttive comunitarie e dalla normativa vigente e che sia necessario utilizzare tutte le possibilità offerte dalla direttiva Habitat, così come avviene nella altre nazioni europee che si trovano ad affrontare questo fenomeno, compresa la deroga al prelievo.
Da qui la richiesta formale al Ministero di autorizzare il progetto di prelievo in Toscana, in deroga alle disposizioni di cui agli art. 8 e 11 del DPR 357/97.
Il numero richiesto è pari, come detto, al 5% della popolazione dei lupi in Toscana. Il prelievo deve indirizzarsi su quei soggetti che focalizzano la loro attività predatoria su greggi di ovini e bovini.