Qui trovate tutte le puntate di #tiromancino: www.ilgiunco.net/tag/tiromancino
A volte i conti tornano. E magari è il caso di festeggiare. Oggi lo fanno ilGiunco.net e il #tiromancino, a un anno dal primo articolo dedicato alla follia della “farfallessa” in bronzo che avrebbe dovuto ricordare ai posteri il 50° dell’alluvione del 1966 (Un papillon di seta blu – 23.10.2016). Pezzo al quale ne sono seguiti altri 51, ogni santa domenica. Per allietar le genti.
Festeggiamento sobrio, comunque. Anche se con una punta d’orgoglio, perché in quest’anno sono stati 40.576 i lettori unici (45.046 le pagine visualizzate) che hanno avuto la curiosità e la pazienza di leggersi i #tirimancini. Con 796 lettori medi ad articolo, e tempi di lettura dai 3 ai 5 minuti a pezzo. Il che significa che chi ha iniziato a leggere è poi arrivato in fondo.
A questo punto, in veste di estensore del #tiromancino, tocca calarsi nella prima persona narrante. Anzitutto per ringraziare gli editori-amici Daniele Reali e Barbara Farnetani, che mi hanno dato l’opportunità di utilizzare un mezzo potente come ilGiunco.net, lasciandomi libertà totale nella scelta degli argomenti e sui contenuti. Avere campo per elucubrare liberamente sul web, solo per il piacere di farlo, è un privilegio del quale sono loro davvero riconoscente.
Subito dopo il grazie più sentito lo devo ai lettori e ai “condivisori seriali” dei miei pezzi. Sono perfettamente conscio che il successo della rubrica è dovuto a chi la legge e a chi la promuove in rete, ampliando così la platea potenziale dei lettori. Chi scrive editoriali ha generalmente un ego un po’ ipertrofico – diffidate di chi lo nega – e lo fa perché pensa di avere qualcosa da dire che interessi agli altri. Salvo prova del contrario. Senza retorica, avere la fortuna di essere letto, non per questo condiviso, è una gratificazione enorme per uno che nella scrittura trova serenità e motivazione.
Detto questo, bisognerà pure ragionare di come dare continuità a quest’esperimento. Perché #tiromancino nasce per caso da una chiacchierata a cena fra amici, ma con l’intento esplicito di provare a resuscitare la discussione su temi d’interesse pubblico. Partendo dal presupposto che sia cosa buona e giusta voler bene al luogo in cui si vive, così come appassionarsi alle vicende che percorrono la propria comunità. Naturalmente, per trasparenza nei confronti di chi legge, chiarendo a priori il punto di vista dal quale chi scrive prova a decrittare eventi e fenomeni sociali. Che nella fattispecie è di natura mancina: ovverosia culturalmente connotato a sinistra. Senza troppi aggettivi che circoscrivano il campo, così da non avere vincoli ideologici troppo rigidi.
Ognuno di noi ha le proprie inclinazioni, qualche volta fisime. Io propendo per i temi economici e sociali, con una fascinazione per cultura e politica. Così il primo anno se n’è andato con alcune incursioni prevalenti nei territori dello sviluppo economico, della crisi demografica della nostra realtà, che ritengo uno dei più perniciosi gap strutturali della provincia. Ma anche in quelli controversi dell’immigrazione e dell’integrazione di chi viene da altri mondi, o dell’avanzamento inquietante di neofascismi e populismi che si manifestano sotto diverse spoglie. Rimasta latente la tentazione di scrivere in modo esplicito di politica, però tenuta a freno perché il livello del confronto d’idee è così basso da non meritare compromissioni. Problema, questo, che non investe solo i gruppi dirigenti dei partiti, ma quelli diffusi e la stessa opinione pubblica. Che ha perso consapevolezza di sé per scadere in senso comune, come bene ha argomentato Ezio Mauro in suo recente editoriale su “Repubblica”. Si accettano quindi, anzi si sollecitano, suggerimenti e stimoli su cosa potrebbe essere interessante per chi legge. Anche perché qualche volta ho difficoltà a mettere a fuoco argomenti di natura “glocale”, che partano da una manifestazione empirica sul piano locale ma rivestano un interesse di tipo generale. Conditio sine qua non per non cadere nella trappola dell’autoreferenzialità, e finire per discettare di tutto e niente. Della “Rava & la Fava”, insomma.
Sempre rimanendo in tema. La scelta degli argomenti è esercizio complicato. Perché se è vero che si scrive per esser letti, e auspicabilmente essere in qualche modo utili alla propria comunità di riferimento, il rischio che si corre è di battere sui tasti solo inseguendo le statistiche di lettura. Indulgendo alle mode o lisciando il pelo all’attualità, ed a sacrificare così la lentezza del pensiero più lungo e profondo.
La rete in questo senso può essere una trappola micidiale, perché la tracciabilità degli indirizzi IP (i codici con cui i navigatori sono identificati dagli internet provider) consentono a google analytics di squadernarti quante persone hanno letto che cosa, per quanto tempo e a che ora del giorno o della notte. Compilando in tempo reale la graduatoria di cosa è più cliccato e cosa meno (allego qua sotto le statistiche di lettura dei pezzi usciti per il #tiromancino) per le considerazioni che ognuno può fare.
La tentazione potrebbe essere di nutrire la “belva” inseguendo la gratificazione personale di avere un “proprio” pubblico, il più vasto possibile. Ma non è l’obiettivo prioritario che mi ero dato, e che mi piacerebbe mantenere. Allo stesso modo, bisogna anche evitare l’atto d’arroganza di scrivere solo di sé stessi, pensando che il mondo “là fuori” coincida con i propri desiderata. Una quadratura del cerchio difficile, per chiunque si cimenti con la pubblicistica.
Per ora – quindi – l’idea è di proseguire sulla strada tracciata, cercando di tenere insieme argomenti “seri” e modo accessibile di trattarli, evitando snobismi culturali ma anche rifiutando gli stereotipi comunicativi di massa. Che involgariscono il linguaggio, omologano la forma e mortificano i contenuti.
Mi pare che la piccola città, ma anche la grande provincia, continuino a sfornare fenomeni sociali, culturali ed economici, sui quali valga la pena riflettere e discutere. Senza falsa modestia io provo coi mezzi di cui dispongo a dare il mio contributo. Mi auguro che in molti facciano altrettanto. Coltivando l’utopia concreta di migliorare ognuno per il proprio pezzettino il mondo in cui ci è toccato di vivere.
Qui trovate tutte le puntate di #tiromancino: www.ilgiunco.net/tag/tiromancino
Titolo |
Lettori unici |
Pagine totali |
||
1 | C’è una vacca gigantesca in Corso Carducci |
2.350 |
2.547 |
|
2 | Maremma: siamo messi proprio male (e si fa finta di non sapere) |
1.574 |
1.732 |
|
3 | Grosseto e i fascisti su Marte |
1.426 |
1.571 |
|
4 | Il Rom che ognuno di noi potrebbe diventare |
1.223 |
1.390 |
|
5 | Pestaggio alla stazione. Non è quella di chi picchia la violenza più grave |
1.199 |
1.304 |
|
6 | Dall’eroina agli “shottini” di coca, non facciamo gli struzzi |
1.199 |
1.301 |
|
7 | Effetto Ius Soli a Grosseto. Terrorizzati da 2000 studenti, nuovi cittadini Italiani? |
1.022 |
1.108 |
|
8 | Viadotto del Petriolo come il ponte sul fiume Kwai? La Maremma cambierà |
1.017 |
1.112 |
|
9 | La siccità e la guerra dell’acqua tra Grosseto e Siena. Tutti alla conquista del Fiora |
1.012 |
1.118 |
|
10 | Macché cancelli e telecamere. La vivibilità dei quartieri è cosa seria. In via Inghilterra hanno capito |
1.004 |
1.122 |
|
11 | Spara che ti passa. Il vero obiettivo degli ossessi della “legittima difesa” |
988 |
1.051 |
|
12 | I pini di via Uranio. Il populismo dal basso. La Rava & la Fava |
979 |
1.143 |
|
13 | Profughi. Sindaci neghittosi, opinione pubblica isterica e demagoghi senza vergogna |
978 |
1.102 |
|
14 | «Houston abbiamo un problema: la Maremma si sta isolando» |
978 |
1.083 |
|
15 | L’economia maremmana è sull’orlo del baratro e l’ottimismo di maniera non basta |
973 |
1.076 |
|
16 | Incendi come il terremoto. 160 ettari in fumo riguardano tutti, non solo Castiglione della Pescaia |
918 |
999 |
|
17 | Cannabis terapeutica: Bob Marley avrebbe orrore di noi (lo strame del buon senso) |
888 |
956 |
|
18 | Quelli che «no allo Ius Soli». Come se non ci fosse un domani |
883 |
991 |
|
19 | È scoppiata una guerra, la guerra del sudicio |
860 |
930 |
|
20 | La vivibilità del centro storico e la nostra coscienza sporca |
837 |
941 |
|
21 | Turismo: in Maremma crisi alle spalle, ma anche no. Luci e ombre |
833 |
948 |
|
22 | Lupo vegetariano non sbrana pecore. Il paradosso delle predazioni delle greggi |
830 |
908 |
|
23 | Fondazione Grosseto Cultura: «Ci sta il tordo e la sassata» |
804 |
913 |
|
24 | L’altra faccia del declino. Sole 24 Ore: Grosseto 84° in Italia per indice di sportività |
758 |
827 |
|
25 | Fenomenologia del Ferragosto. La Rava & la Fava (sempre loro) |
746 |
827 |
|
26 | Con la cultura si mangia. Ma prima bisogna apparecchiare |
726 |
785 |
|
27 | Davide e Golia, il commercio e la coppia di fatto |
720 |
829 |
|
28 | Il miraggio del turismo, la Maremma e la fata Morgana |
702 |
789 |
|
29 | Da Stamina ai vaccini, passando per inceneritori e pini. Avanza la delegittimazione irrazionale della scienza |
698 |
743 |
|
30 | Una domanda: ma la cultura è alla canna del gas? |
697 |
799 |
|
31 | La mancata integrazione dei “negri” e le nostre scandalose omissioni |
688 |
760 |
|
32 | Accozzaglia, razzumaglia & plebaglia: elogio della Democrazia |
686 |
777 |
|
33 | Le barriere architettoniche nel nostro cervello. La disabilità, la Rava & la Fava |
672 |
783 |
|
34 | Turismo, chi fa da sé non fa per tre. Serve una strategia |
644 |
714 |
|
35 | La sanità pubblica che c’è, che dovrebbe esserci e il vero nemico |
635 |
701 |
|
36 | Nell’Italia che importa l’80% del pesce che consuma, c’è una speranza. Si chiama Ansedonia |
632 |
626 |
|
37 | Sicurezza fai dai te? Ahi ahi ahi |
621 |
700 |
|
38 | Requiem per la pineta. Crollata la filiera del pinolo non c’è salvezza? |
591 |
630 |
|
39 | Adolescenti che aggrediscono un adulto. L’uomo che morde il cane? |
584 |
653 |
|
40 | “Un papillon di seta blu”. Debutta #tiromancino di Massimiliano Frascino |
532 |
692 |
|
41 | In corteo contro la violenza, l’8 marzo scopriamoci comunità |
527 |
584 |
|
42 | #POLITICS: Il populismo spiegato al popolo e la politica che non è più brutta, sporca e cattiva |
501 |
584 |
|
43 | Smettiamo di avere paura, non c’è alcuna invasione islamica |
454 |
505 |
|
44 | Buio & Buttero, per una Maremma che vince la sfida del marketing |
453 |
502 |
|
45 | Edilizia al palo. Riattivare il caro vecchio business del mattone per rigenerare la città |
429 |
497 |
|
46 | Cooperazione sociale al bivio. O il panico o il rilancio di un ruolo insostituibile. Ma in crisi d’identità |
417 |
446 |
|
47 | La strada ritrovata, senza geotermia niente viabilità |
389 |
446 |
|
48 | Tra il buttero e la crisi che si fa? Nel 2017 ci vuole la benzina giusta |
382 |
452 |
|
49 | La casa del futuro ha un “corridoio” e Due Mari |
376 |
414 |
|
50 | Rivoluzione di velluto tra i filari. Se pensa in grande il vino maremmano può affiancare Firenze e Siena |
332 |
387 |
|
51 | Turismo accessibile. A braccetto dignità delle persone disabili e business dell’accoglienza. Si-può-fare! |
209 |
248 |
|
Totale |
45.046 |
40.576 |
||
Media uscita |
883,25 |
795,60 |
||