GROSSETO – «Era una disparità alla quale Forza Italia non si era mai rassegnata, tanto da farne una propria battaglia: un caso da segnalare e combattere in tutte le sedi opportune. Il fatto che i medici grossetani venissero retribuiti meno rispetto ai loro colleghi di identiche funzioni che prestano servizio nelle province di Arezzo e Siena, infatti, non ci è mai andato giù». A parlare è Sandor Marrini, coordinatore provinciale di Forza Italia.
«Una discriminazione intollerabile e ingiustificabile, sotto qualsiasi punto di vista, nata sotto le insegne dell’Asl Toscana Sud Est. L’abbiamo sempre denunciato, fin dall’inizio, per tutelare gli interessi dei nostri medici: tutti professionisti validi il cui lavoro merita un riconoscimento economico almeno pari a quello dei loro colleghi. Adesso, però, sembra proprio che la svolta tanto attesa sia finalmente arrivata. L’Asl Sud Est ha annunciato che a partire da ottobre le buste paga saranno omogenee per i direttori di struttura complessa e semplice dipartimentale in tutta l’azienda sanitaria, anche in seguito all’accordo tra la stessa Asl e la Confederazione italiana medici ospedalieri-Cimo e Amaao Assomed. Lo prevede una delibera della direzione aziendale che sarà esecutiva dai prossimi giorni».
«Non possiamo che accogliere con favore questa disposizione dell’azienda sanitaria, con la quale quantomeno si prende atto dell’errore e coscientemente si provvede a una saggia marcia indietro. Ma non basta. Questo provvedimento, infatti, non è ancora entrato in vigore e dai vertici Asl si apprende che l’esecutività è prevista entro alcuni giorni e comunque per il mese di ottobre. Attendiamo con fiducia che si passi dalle parole ai fatti. Per questo continueremo a vigilare con estrema attenzione sulla situazione, come abbiamo sempre fatto. Perché la provincia di Grosseto non merita di essere considerata sempre il parente povero rispetto agli altri territori dell’area vasta: ne fanno le spese i professionisti (in questo caso i medici, che finora scontavano una sperequazione nella retribuzione pari a migliaia di euro l’anno) e di conseguenza i cittadini. E la sanità, in particolare, è uno di quei comparti in cui le condizioni devono essere uguali per tutti. D’eccellenza, se possibile».