GROSSETO – Rendere più snello il sistema di refertazione dei campioni istologici e citologici dei pazienti, da parte degli operatori dell’anatomia patologica. È questo l’obiettivo di un progetto messo a punto da una squadra di infermieri, medici e una ingegnere gestionale di Grosseto, a supporto del lavoro di analisi effettuato dai patologi.
La proposta di lavoro, dal titolo “Il tempo non inganna, qualcuno c’è che aspetta”, ha ottenuto il premio per il miglior progetto al “Quality & safety day” 2017, che si è svolto a Firenze, all’auditorium di Santa Apollonia, lunedì 16 ottobre.
L’evento, organizzato ogni anno dalla Regione Toscana per valorizzare i percorsi di qualità e sicurezza delle Aziende sanitarie e ospedaliere, rappresenta, infatti, un momento di confronto e di stimolo alla progettazione, con l’obiettivo di rendere sempre migliore il servizio sanitario per gli assistiti.
In particolare, il progetto del gruppo “Lean” grossetano, valido per tutta la Asl sud est, ha studiato metodiche innovative e snelle (il modello è, appunto, il “Lean thinking people”, “pensare snello”, mutuato dall’organizzazione Toyota e applicato in Toscana anche ai processi sanitari), a supporto delle analisi e della refertazione dei campioni. Il “chi aspetta” del titolo, infatti, è il paziente che sta vivendo momenti di ansia e angoscia in attesa del risultato per una sospetta patologia tumorale.
La rapidità della risposta, inoltre, incide anche sulla qualità delle cure, perché consente di avviare prima l’eventuale percorso terapeutico, mentre la migliore organizzazione contribuisce anche al benessere lavorativo dei dipendenti.
Il progetto dei professionisti grossetani è il primo esempio in Toscana di uno studio dei processi applicato all’anatomia patologica. Il gruppo di lavoro, infatti, sarà impegnato a studiare anche altri processi che necessitano di ottimizzazione, con l’obiettivo di supportare il personale sanitario, ma soprattutto di migliorare i servizi per i cittadini.
“Desidero ringraziare il gruppo Lean che ha studiato questo progetto – ha dichiarato il direttore detta Rete ospedaliera aziendale, Daniela Matarrese – mettendo in gioco competenze e professionalità, relativamente nuove in campo sanitario e di sicuro effetto nei risultati. La logica dal basso, che parte cioè dall’ascolto di chi fisicamente svolge il lavoro sul campo, consente di mettere in campo azioni condivise con gli operatori, gratificando e motivando chi quotidianamente lavora per la salute dei cittadini, confrontandosi con i problemi pratici e reali di ogni giorno”.
I componenti del gruppo, cui si aggiungono gli operatori dell’Anatomia patologica di Grosseto, sono: Daniela Matarrese, direttore Rete ospedaliera aziendale e responsabile del progetto, Roberto Monaco, direttore Area funzionale Rischio clinico e sicurezza delle cure, Daniele Lenzi, direttore ospedale di Grosseto, Armando Rossi, direttore Area funzionale dipartimentale di Anatomia patologia, Michele Campanale, coordinatore tecnici Anatomia patologica di Grosseto, Silvia Bellucci, direttore infermieristico e coordinatrice del progetto, Graziella Bizzarri, infermiera, Andrea Serafini, medico, Martina Falsetti, ingegnere gestionale, Katia Donnini, tecnico di laboratorio Anatomia patologica di Arezzo.