GROSSETO – «Fanno molto male coloro che mettono la questione sul piano dei sentimenti e tirano in ballo i bambini ai quali non si può negare il pasto mentre gli altri mangiano: se il genitore non paga è giusto che il bambino non mangi». L’affermazione è di Elena Renis, mamma di una bambina di 6 anni. Elena Renis commenta così l’ipotesi di lasciare senza pasto bambini anche di 3 anni, in caso di morosità dei loro genitori.
«Sono mamma di una bimba di 6 anni che ha frequentato a Marina di Grosseto sia la scuola dell’infanzia, sia la scuola materna pagando sempre quanto previsto in base a reddito Isee – continua -. Ho accolto con soddisfazione l’approvazione del regolamento del servizio di refezione scolastica che ha inserito alcune novità rispetto al vecchio regolamento».
Secondo le affermazioni della donna «Risulta che quasi 1000 genitori, almeno nell’anno precedente, non hanno ottemperato ai pagamenti dovuti causando un danno all’erario e a tutti quei genitori che puntualmente ogni mese effettuavano il pagamento della quota pasto». In realtà molti di quei genitori hanno concordato con il comune un piano di dilazione dei pagamenti e di rientro per rimettersi in regola e sarebbero, al momento, solo 100 i bambini con i genitori ancora morosi.
«La quota pasto inevitabilmente, ogni anno, lievitava proprio a causa del mancato pagamento di centinaia e centinaia di genitori che erano tenuti a pagare la quota sulla base del proprio reddito familiare a meno che non risultasse una forte indigenza; in tal caso erano esentati. Ma si sa…. viviamo in un mondo di furbi. Il lassismo generalizzato, sotto l’aspetto dei mancati controlli e/o della tolleranza, ha causato un danno alle casse comunali che in gran parte è stato ripagato da quei genitori che, pur avendo rispettato sempre leggi e regolamenti, si sono viste aumentare la quota pasto».
«Il mancato controllo e la copertura – prosegue Renis -, hanno permesso ai “furbi” di beneficiare di un sevizio a discapito delle persone oneste. Fanno molto male coloro che mettono la questione sul piano dei sentimenti e tirano in ballo i bambini ai quali non si può negare il pasto mentre gli altri mangiano. Bene farebbero, questi genitori, che non pagano, a vergognarsi! Plaudo all’approvazione del nuovo regolamento e auspico che quanto contenuto in esso venga rispettato fino in fondo evitando ulteriori elusione delle norme. L’assistenzialismo dettato da una certa politica, è finito. E se poi qualcuno parla di violazione dei diritti del bambino, sappia che il primo a violare quei diritti è proprio quel genitore che, pur potendo pagare, non paga».
Ma se le affermazioni di Elena Renis, in linea di principio (usufruisce dei servizi chi li paga) hanno un senso, poi però si scontrano con la realtà: a venir puniti non sarebbero i genitori morosi, ma i bambini, bambini di 3-4 anni magari, che le maestre dovrebbero portare in una stanza separata dagli altri, e fronteggiare i pianti per la fame di un bambino che resterebbe a digiuno. Insomma, “se sbaglia il padre non mettiamo in galera il figlio” come ha detto qualcuno su Facebook, né possiamo punire le maestre che dovranno spiegare a un bambino perché oggi non avrà la pappa.