GROSSETO – «La sezione locale e tutte le strutture territoriali, unitamente al comitato provinciale dell’Associazione partigiani, esprimono tutto il loro allarme per la situazione venuta alla luce in questi giorni a Follonica e plaudono all’imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare, ed agli inquirenti per la capacità professionale dimostrata nel venire rapidamente a capo di una trama criminale estranea alla nostra storia e alla nostra tradizione». Inizia così la nota dell’Anpi provinciale che chiede di tenere alta la guardi anche nella nostra provincia da fenomeni criminali molto pericolosi.
«Se certi metodi mafiosi prendessero campo, la libertà e la dignità delle persone, la stessa democrazia, riceverebbero un colpo mortale e sarebbe vano parlare di sviluppo e di benessere economico-sociale, per il fatto che questi si alimentano delle possibilità offerte agli uomini e alle donne di potersi realizzare compiutamente secondo le loro inclinazioni. Siamo garantisti, e per noi gli indagati sono innocenti fino a condanna definitiva. Però, in questo caso, le accuse poggiano su fatti realmente accaduti : Il pestaggio della vittima c è stato; le auto sono state bruciate. l’attività economica in questione è stata ceduta».
«I responsabili di tutto ciò devono essere perseguiti duramente, ma il contrasto della prevaricazione mafiosa non è soltanto un compito della polizia e della magistratura. Essa è piuttosto la patologia di una società che assume il denaro e il potere personale come valori assoluti e indiscutibili, portando a delinquere gli elementi più esposti, per predisposizione personale ad arraffare ricchezza e per pochezza culturale, troppo spesso contando su connivenze complicità politico- amministrative. Perciò l’Anpi si appella alle istituzioni pubbliche, ai partiti, alle organizzazioni sindacali dei lavoratori, alle associazioni professionali, alla scuola e alla cultura, quali baluardi della nostra convivenza civile, affinché accendano il faro sul fenomeno e lavorino alla rimozione delle situazioni favorevoli al malaffare, soprattutto facendo dei diritti e della legalità costituzionale il perno della loro iniziativa. Si appella anche agli imprenditori e ai cittadini che fossero oggetto di pressioni o ricatti malavitosi, perché non vivano in solitudine la loro sofferenza ma si rivolgano con fiducia e senza paura alle istituzioni per denunciare gli aguzzini. Qui si può giocare una partita vitale per il futuro di tutti noi».
«Vogliamo sperare che quello di cui si parla sia un fatto isolato, ma sappiamo che può non essere così, stando alle cronache di questo periodo che ci parlano di una criminalità organizzata che si sta diffondendo nella regione, specie lungo la fascia costiera e nelle aree economicamente più vivaci e dinamiche. Illuminante sotto questo profilo è stata la recente inchiesta del tg3 toscano. Ciò che sta accadendo in Versilia o nello stesso porto di Livorno, tanto per fare solo due esempi, gettano una luce ancor più inquietante sulla stesa vicenda follonichese: se fosse la spia di una crescente infiltrazione mafiosa del nostro territorio? La domanda non ammette alcuna sottovalutazione da parte di nessuno. L’Associazione dei partigiani, in ogni sua articolazione, farà la propria parte per tutelare la nostra civiltà, contro tutte le violenze e sopraffazioni».