FIRENZE – Prima sono tornate le competenze, poi il personale e i beni. Adesso tocca agli archivi. Si conclude così il trasferimento della funzioni che all’inizio dell’anno scorso, il 2016, dalle Province sono tornate alla Regione. Il protocollo è stato firmato stamani a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze: a siglarlo la Regione stessa, la Città metropolitana, le altre nove province toscane e la Soprintendenza archivistica e bibliografica.
“Acquisire gli archivi, ovvero i fascicoli relativi ai procedimenti, aiuterà a lavorare meglio e renderà più facile l’accesso agli atti da parte dei soggetti coinvolti e dei cittadini: si identifica infatti con precisione chi detiene la documentazione” spiega l’assessore alla presidenza e al rapporto con gli enti locali, Vittorio Bugli. Ma il progetto – Caronte è il nome scelto, come il traghettatore degli inferi – prevede anche una valorizzazione e tutela degli archivi dal punto di vista della ricerca storica: per questo l’intesa è stata firmata anche dalla Soprintendenza e l’accordo potrebbe divenire una buona pratica da esportare altrove. Gli atti conservati, che divengono ‘storici’dopo trent’anni, potranno infatti divenire nel tempo una fonte primaria per studiare e rileggere le scelte amministrative co mpiute e i riflessi sui territori. E’ il primo accordo e progetto del genere in Italia, già studiato dal Veneto ed altre regioni.
“In metri e metri di scaffali si nascondono a volte tesori impensati” racconta Bugli. Una parte degli archivi potrebbe essere anche digitalizzata. Ma la bellezza di certi documenti sta a volte proprio nell’esser di carta. “Ed è giusto – continua l’assessore – conservarli e tramandarli in quella forma”. “Faremo magari interventi mirati di digitalizzazione – spiega meglio la soprintendente Diana Toccafondi – anche se il primo obiettivo rimane la messa in sicurezza ed unità degli archivi”. “E così come sono messe oggi le Province – chiosa il presidente di Prato, Matteo Biffoni – il rischio che qualcosa nel tempo andasse perduto era più che un rischio”.
La Soprintendenza agirà da supervisore e garante del trasferimento e della riorganizzazione. Tutti gli archivi della pubblica amministrazione fanno parte infatti del demanio culturale e il loro transito deve avvenire secondo modalità precise di tipo archivistico e rispettando precise norme nazionali. Un comitato di coordinamento composto dai rappresentanti di tutte le amministrazioni provinciali guiderà l’attuazione del progetto, coordinando tempi e modalità.