GAVORRANO – È scontro aperto orami a Gavorrano sulla vicenda dei gessi rossi e sulla scelta di un eventuale sito di stoccaggio del materiale di scarto che proviene dalla Venator di Scarlino.
Alle posizioni di Sinistra Italiana che qualche giorno fa aveva lanciato il “motto” “decideranno i gavorransesi sui gessi”, replicano Moreno Bellettini, rappresentante del Comitato Insieme per Roccastrada, e anche Massimo Emiliani, presidente del Comitato per la difesa del Bruna.
«La segreteria di Sinistra Italiana – dice Bellettini –. non merita attenzione, interviene a “giochi fatti” solo per avere visibilità mediatica, se volevano dibattere e dire qualcosa in modo serio e concreto per salvaguardare l’occupazione e l’ambiente, potevano benissimo partecipare, come hanno fatto centinaia di cittadini, ai sette mesi di dibattiti istituzionali presso la porta del parco di Gavorrano. Non dimentichiamo che è stata la Sinistra Italiana a proporre a priori senza consultare nessuno la cava della Bartolina quale discarica per i gessi rossi».
«Probabilmente il loro segretario, il signor. Borghi, lo aveva pensato quando era sindaco a Gavorrano, dimenticando di non essere più il primo cittadino della cittadina mineraria, perchè sonoramente battuto dall’attuale sindaco, che a sua differenza ha partecipato a tutte le riunioni in merito alla vicenda, intervenendo e ascoltando tutti con la dovuta attenzione. Facciamo inoltre presente alla S.I. Quello che tutti sanno da sempre, la decisione finale per la collocazione dei gessi rossi nel territorio di Gavorrano spetta al sindaco di Gavorrano che ha a disposizione tre opzioni: Vallina, Bartolina o nessuna collocazione nel comune di Gavorrano».
E sulla vicenda e le parole di Sinistra Italiana interviene anche Massimo Emiliani. «Riguardo allo stoccaggio dei gessi rossi della Venator-ex Huntsman-ex Tioxide, Sinistra Italiana di Gavorrano ha una posizione inaccettabile. L’unica affermazione accettabile è che la cava della Bartolina è nel loro comune. Qui non si scherza, e se i gessi rossi fossero stoccati nella cava Bartolina (400mila tonnellate l’anno), che ha la parete verso la falda completamente fratturata, e dovessero rilasciare le sostanze di cui sono ricchi, l’inquinamento riguarderebbe anche Gavorrano e Roccastrada, ma soprattutto i territori di Grosseto e Castiglione, sino al mare, ed allora si che la demagogia non ci salverebbe dal disastro. Come dire, a voi la gloria, a voi i voti, a voi i contributi per lo smaltimento, e a noi i danni. Francamente sembra un ragionamento poco di sinistra. Per questo fermiamo tutto, e ragioniamo, tutta la procedura fin qui svolta non ha nulla di democratico, perché non ha coinvolto i cittadini, le imprese e i rappresentanti dei comuni a valle, che rischiano di essere travolti da un fiume di fanghi, pardon di gessi».