GROSSETO – «Ogni volta che cerca di replicare ai documenti dell’Anpi, l’estrema destra tira fuori la storia dei “massicci” finanziamenti che questa riceverebbe dallo Stato, vivendo alle spalle dei contribuenti». Il comitato provinciale Anpi Norma Parenti vuole chiarire, una volta per tutte, la questione finanziamenti. «Vogliamo precisare come stanno veramente le cose.
«L’Anpi è un’associazione riconosciuta come “Ente Morale” con decreto luogotenenziale del 1945 e, in quanto tale, usufruisce di un fondo messo a disposizione del Ministero della Difesa, insieme ad altre 40 organizzazioni considerate “portatrici di memoria”; ciò nell’interesse del Paese, per quanto riguarda sia la conoscenza sia la formazione culturale specialmente delle giovani generazioni. La somma che percepisce è di modesta entità: rappresenta appena il 15% delle entrate complessive».
«Il restante 85% proviene dalla quota tessera pagata dai suoi 120.000 iscritti e dai contributi liberamente offerti, tramite il 5 per mille, dai molti numerosi simpatizzanti che vedono nell’Anpi un incrollabile baluardo dell’antifascismo e della democrazia repubblicana – continua la nota -. A livello provinciale l’Associazione dei Partigiani opera disponendo esclusivamente dei versamenti degli oltre 500 tesserati. Questa è la verità, dimostrabile in qualunque sede: e se taluno intende insistere con le frottole interessate, cercando di gettare un’ ombra sulla nostra storia e sul nostro presente, sappia che non accetteremo la provocazione e che continueremo nella massima trasparenza e nel pieno rispetto dei cittadini a batterci per i diritti costituzionali e per la libertà».
«Ricorrente è anche l’accusa di non impegnarci per la “pacificazione”. Anche qui, la massima chiarezza. I neofascisti non possono continuare a reclamare il superamento delle vecchie contrapposizioni e contemporaneamente seminare odio razziale, anche là dove gli emigrati si sono integrati nel contesto sociale, senza evidenziare il loro vero proposito: rimuovere l’antifascismo militante nel momento in cui il neofascismo mostra una crescente aggressività. La marcia su Roma che Forza Nuova intende organizzare il prossimo 28 ottobre, celebrando l’atto di nascita del fascismo mussoliniano, aiuta il dialogo o invece è un atto arrogante di rottura e di sfida verso le Istituzioni e la coscienza democratica degli italiani? L’estrema destra, se veramente volesse unire il Paese attorno ad una memoria condivisa, dovrebbe : riconoscere e fare propri i valori democratici sanciti dalla Costituzione ed agire di conseguenza; riconoscere che l’antifascismo e la Resistenza costituiscono la base ideale della Repubblica; riconoscere, senza infingimenti, che il fascismo è stato il male assoluto. Così diventando destra liberale». Continua l’Anpi.
«L’intitolazione di una via di Grosseto a Giorgio Almirante sarebbe un grave affronto all’anima democratica della città, un atto anch’esso divisivo e rivelatore dei veri propositi dl neofascismo locale: e osano parlare di “pacificazione”! Egli, se non ha “scorrazzato” per la nostra provincia, con il noto bando firmato come capo di gabinetto del Ministro Mezzasoma, è stato purtroppo tragicamente presente in Maremma, condividendo quanto avvenuto due mesi prima a Maiano Lavacchio, con l’uccisione da parte dei repubblichini di 11 giovani uomini. Stando al bando questo eccidio i repubblichini avrebbero dovuto ripeterlo in tutti gli altri luoghi nei quali vi fossero sbandati, renitenti alla leva e partigiani. Insomma, avrebbero dovuto considerarlo un esempio da imitare! Com’ è possibile elevare agli onori della toponomastica cittadina un siffatto figuro? L’Anpi e i grossetani si impegneranno al massimo per impedirlo».