GROSSETO – Sui banchi di negozi e mercati sono arrivate le prime castagne, anche in provincia di Grosseto, in particolare sul Monte Amiata stanno per prendere il via eventi e sagre per festeggiare quello che un tempo veniva definito “pane dei poveri” ed oggi è un frutto pregiato. Dopo diversi anni di problemi sulla qualità infatti sembrerebbe sconfitto il cinipide killer che ha fatto strage di castagne, negli anni scorsi.
“Con le gelate primaverili e la siccità estiva e la presenza degli ungulati la produzione di marroni e castagne quest’anno registra un calo del 40%, ma la qualità sarà ovunque di ottimo livello – afferma Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – con quotazioni in aumento: dai 4.5 ai 5.5 euro al kg all’ingrosso fino ad arrivare a 7 euro al kg al consumatore finale. E’ ormai un ricordo l’anno orribilis 2014, quando si è toccato il minimo storico dall’Unità d’Italia. La lotta al cinipide anche in provincia di Grosseto si è dimostrata adeguata e dopo gli anni orribili con la produzione che si è progressivamente ridotta fino all’azzeramento, i primi segnali sono incoraggianti. Se il Cinipide non fa più paura sono invece gli ungulati ad arrecare danno a questa produzione messa a dura prova anche dalla mancanza di acqua”.
“Il castagno – afferma Marco Bruni, presidente di Coldiretti Grosseto – riveste un ruolo importante in molte aree collinari e montane della nostra provincia, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago con l’habitat che risulta fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti”.
“Non bisogna però abbassare la guardia perché è sempre alto il rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dall’Albania. Da qui la richiesta di Coldiretti – conclude Renna – di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori”. Un modo per tutelare l’alta qualità della produzione made in Italy che conta ben quindici prodotti a denominazione di origine legati al castagno dei quali ben cinque si trovano in Toscana e sono il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp, la Farina di Neccio della Garfagnana DOP e la Farina di Castagne della Lunigiana DOP.