GROSSETO – 52 anni, sposato, tre figli, agente della Unipol Sai. È Leonardo Culicchi è il volto nuovo del Pd, unico candidato alla segreteria dell’unione comunale di Grosseto e per questo già segretario in pectore. Con lui abbiamo voluto capire quale sarà il partito che ha intesta per il futuro.
Con il prossimo congresso del Pd si aprirà un nuova fase per il partito a livello locale. Questo sarà possibile anche grazie all’accordo che è stato trovato sul suo nome. Negli ultimi giorni è sembrato un percorso un po’ faticoso, come è la situazione ora? L’accordo è ben saldo?
L’accordo rappresenta prima di tutto una unitarietà di cui il Pd locale aveva bisogno, il mio essere “nome nuovo” certifica anche una voglia da parte di tutti di chiudere con i disaccordi del passato, adesso abbiamo tutti voglia di lavorare sui nuovi progetti e ricreare una comunità. Devo però dire che quello che definisce lei percorso faticoso, sono le problematiche comuni a ogni congresso, in questi ultimi giorni invece è stata evidente, anche attraverso la condivisione sul mio nome, una sinergia importante tra la gran parte delle anime che di questo Pd grossetano sono state protagoniste e questo mi fa guardare con grande fiducia al futuro.
Lei viene dalla società civile, è stato coordinatore della Lista Mascagni, la civica che in coalzione con il Pd ha appoggiato la corsa di Lorenzo Mascagni a sindaco, e prima ancora è stato il responsabile della civica Gente di Grosseto. Che cosa pensa di portare della sua civicità all’intenro del partito?
Le civiche in confronto ai partiti hanno una dinamicità e un libertà politica sulle problematiche locali che i partiti non hanno perchè a volte rallentati nell’operatività e nel dover coniugare linee guida, politiche generali con le esigenze del territorio.
D’altro canto le civiche, che vivono il loro momento clou durante le amministrative, non hanno la struttura e l’organizzazione dei partiti stessi che invece permettono di stare vicino alla gente e rispondere in maniere capillare alle problematiche più diverse; in questo il Pd è storicamente quello più organizzato per farlo. A me mi si chiede, attraverso l’esperienza nella civicità, di essere una porta aperta a tutte quelle associazioni e movimenti civici e a tutte quelle persone moderate che aspettano che il Pd ritorni il riferimento per una politica che unisca e non divida, che non cerchi la provocazione in ogni occasione e che non parli furbamente alla pancia della gente. Non basta solo questo però, serve concretezza e la capacità cosi come la libertà di accogliere idee dalla gente comune, le soluzioni che fanno rinascere una città sono portate dai singoli ma sono sempre frutto di un lavoro della collettività.
Nei giorni passati, prima che la sua candidatura diventasse ufficiale, si è parlato del suo passato: un’esperienza come candidato consigliere in una lista civica, di centro potremmo dire, nel 2011 e diversi anni prima anche un accivincamento al centrodestra. Di questo che cosa ci dice?
Non nego un avvicinamento al centrodestra per motivazioni diverse e in un contesto ed in un periodo temporale che in politica equivale ad anni luce fa, non sono stato un attivista ma non è neanche questa una precisazione fondamentale. Mi ricordo che mio padre, comunista e figlio di comunisti, osservò questa mia scelta con disappunto, anche se mai avrebbe contraddetto suo figlio sulle proprie scelte politiche. Dove sono oggi, sono sicuro ne sarebbe orgoglioso lui così come ne sono orgoglioso io.
Il suo sarà un compito difficile perché arriva dopo una pesante sconfitta, subita dal centrosinistra a Grosseto. Dove metterà le mani, che cosa metterà in campo per la “ricostruzione” del partito che ricordiamo viene anche da un commissariamento?
Innanzitutto i circoli devono tornare ad essere il luogo di confronto e di proposta, il luogo dove il cittadino di qualunque idea sia, possa avvicinarsi capire e vedere come affrontare insieme le problematiche che spesso angosciano la vita e la tranquillità dei quartieri. Non meno importante sarà organizzarci in modo tale che i nostri consiglieri comunali, biglietto da visita del Pd verso la città, possano essere supportati e aiutati. Noi non volevamo essere l’opposizione, ma la città ha deciso che questo fosse il nostro ruolo ed allora è dovere nostro, attraverso il lavoro della segreteria e dei nostri consiglieri dimostrare di aver capito e di essere capaci a dare le risposte che cerca. Sono altresì convinto che tantissimi grossetani abbiano ben capito le promesse non mantenute, e che soprattutto si siano accorti della mancanza di proposte capaci di portare cambiamenti strutturali tali da rimettere in moto l’economia di questa città e se torna il benessere il degrado si annulla.
Ha già pensato alla sua squadra, alla segreteria?
Io non sono ancora il Segretario, io sono al momento solo un candidato che poi il Congresso ratificherà, ma per carattere già da ora non sono certo una presenza silenziosa; le scelte verranno fatte rispettando le varie anime congressuali, unitarietà vuol dire questo, ma saranno scelte fatte in base alle caratteristiche e alle capacità dei singoli necessarie a guidare i vari progetti che abbiamo in mente
In tema di allenaze invece quale sarà la sua linea?
Prima di tutto presentare le nostre idee a quelle che sono in corso e non mi riferisco solo a quelle presenti in consiglio comunale, ma anche all’area socialista che da sempre è stato un alleato importante. Vorrò rivolgermi anche a quei movimenti di sinistra che a livello nazionale sembrano distanti, ma che a livello locale condividono con noi la responsabilità di arginare il fenomeno dell’estrema destra che sta crescendo in città. L’ho detto e lo ripeto, la politica nazionale e quella locale sono spesso lineari, ma sul territorio è necessaria un atteggiamento diverso richiesta dalla comunità e dagli uomini che a questa comunità danno vita. Il fine è il bene di Grosseto, non ce ne sono altri.