GROSSETO – “In questi giorni tutta la sinistra grossetana è occupata nella polemica sulla via intitolata ad un personaggio della storia del nostro Paese. Polemica sterile, riteniamo: giusto o sbagliato che sia, la storia politica italiana fa parte della nostra vita e deve essere ricordata”.
A scriverlo sono Mario Lolini, capogruppo Lega Nord, e Tiziano Rombai, responsabile provinciale dipartimento sicurezza e immigrazione Lega Nord Grosseto.
“In effetti, sempre a sinistra – insistono – si fa anche un gran parlare delle retribuzioni di SeiToscana, come fosse la prima volta che a livello regionale si imbottiscono poltrone da centinaia di migliaia di euro sulle spalle dei cittadini: cari Sindaci di centrosinistra, almeno evitate di dire che è un metodo scorretto che arriva “adesso” anche in Toscana, all’opposto, questa vicenda è un classico del “sistema toscano” delle aree vaste, carrozzoni ipercostosi pagati dai contribuenti.
Ma dietro i titoloni e le polemiche ideologiche, nella zona d’ombra del si dice e non si dice, si va maturando una truffa nei confronti dei residenti in quei Comuni che recentemente hanno aderito al sistema Sprar per l’accoglienza dei presunti profughi”.
“Facciamo una breve parentesi chiarificatrice: lo Sprar viene istituito nel 2002 al fine di regolamentare i flussi migratori, con una intesa governo-enti locali in cui praticamente venivano assegnati ai Comuni che sottoscrivevano l’accordo un massimo di 2,5 migranti ogni 1000 abitanti, indipendentemente dalla presenza sul territorio di CAS o altro. Ad oggi non ci sono modifiche se non nella presenza di un protocollo ulteriore tra l’Anci e il Ministero degli Interni volto proprio a ribadire la percentuale, con l’incanto, in questo tempo di vacche magre nei bilanci comunali, che ai Comuni più virtuosi sarebbero stati fatti anche sgravi fiscali e fornite altre agevolazioni.
Dove è la truffa in una accordo così matematico? Prendiamo ad esempio Gavorrano. Durante l’assemblea pubblica organizzata dal sindaco, si riferiva agli intervenuti che il Comune aveva acconsentito al sistema Sprar per regolamentare il flusso dei presunti profughi, col primo cittadino che asseriva però che, a detta del Prefetto, la proporzione prevista era diversa, 5/6 migranti ogni 1000 residenti. Impossibile una ipotesi simile, utile solo a mascherare la conpresenza dei centri Cas, con gruppi di “ospiti” aggiuntivi che vanno a sommarsi con quelli garantiti dallo Sprar.
“I migranti inseriti con il sistema Sprar potranno essere occupati in ambito lavorativo, avere un medico e magari mettersi in lista per una casa comunale: di come è costruito questo sistema però i sindaci di centrosinistra non si lamentano, vuoi per imbottire i cuscini di più piccole ma locali poltrone (leggi cooperative amiche), vuoi per crearsi una possibile futura base elettorale fidelizzata (più dei vecchi elettori, che l’anello al naso non lo hanno più).
Il solito metro di “integrazione”, in cui agli italiani tocca la disintegrazione, un metodo che, insieme alla crescita di reati commessi da richiedenti asilo o presunti tali, rende visibile a tutti l’invasione in atto, con il placet dei Prefetti che tutto fanno, tranne che rendersi portavoce col Governo del malessere dei cittadini residenti nelle belle province della nostra Italia, tranne che lottare per destinare risorse agli uomini e alle donne delle Forze dell’ordine che dovrebbero garantire la sicurezza, invece che agli invasori che sicurezza la tolgono.
La sinistra, quindi, regala come sempre grandi slanci ideologici e pacificisti quando non si celebra il macellaio Guevara, pretende trasparenza fuori tempo massimo sui carrozzoni che ha creato e mantiene vivi, ma sostiene un sistema lucroso di “ospitalità” che umilia gli italiani e ne mette a repentaglio l’incolumità e la sicurezza, sotto lo sguardo assente delle prefetture”.