GAVORRANO – Il primo frutto della collaborazione tra Sfera e la serra idroponica e Coldiretti Grosseto è la partnership con un’impresa locale, una azienda agricola della Castellaccia, l’azienda Girasasso di Riccardo Colasanti che opera sul territorio nel settore ortofrutticolo. Girasasso è specializzata nella produzione di pomodori cuori di bue e datterini a cui Sfera presterà le proprie competenze per un progetto di “lotta biologica integrata”.
Questo perché, come dice Galimberti fondatore e AD Sfera: “in Sfera vorremmo fare i pomodori a zero residui chimici e per ottenere questo combattiamo i parassiti e le infezioni dall’esterno della nostra azienda. Nasce così l’importanza di collaborare con le realtà del territorio limitrofo nel migliore dei modi, con i migliori prodotti e con le migliori competenze. Oggigiorno la maggior parte delle aziende cerca di creare alleanze strategiche in ambito commerciale, l’esatto contrario di Sfera, che sviluppa relazioni tese al miglioramento della qualità dei prodotti, certa che il consumatore, attento ed informato, ne apprezzerà le caratteristiche”.
Ribadisce il concetto Riccardo Colasanti: “Sono veramente entusiasta di questa collaborazione perché sono sempre stato propenso alla ricerca e soprattutto alla qualità. Credo nel gioco di squadra e nella condivisione di esperienze in tutti i livelli. Noi abbiamo bisogno di eccellenze e di essere protagonisti sul mercato e avere il supporto da una grande azienda leader nell’ecosostenibilità come Sfera per noi è una benedizione”.
Esprime grande soddisfazione anche Andrea Renna, il direttore di Coldiretti Grosseto che aggiunge: “ Per noi è un motivo di vanto e di orgoglio essere stati utili al progetto così come intendiamo continuare a rappresentare, per la Sfera WaterFood, un primo riferimento per tutte le altre attività da realizzare. Ai giovani, anche mediante questa attività, dobbiamo lanciare un messaggio di ottimismo e speranza affinché non si scoraggino, puntando in alto e lavorando sodo. Far partire un progetto come Sfera è molto complesso e servono competenze specifiche, ma l’effetto imitatore che tramite questa attività potrebbe far nascere altre attività di successo”.
Conclude Galimberti: “quello che potremmo fare in Maremma grazie al virtuosismo di Coldiretti è mettere in moto processi di collaborazione competitiva. Fino a che i produttori di pomodoro della Maremma continueranno a guardarsi come concorrenti l’un l’altro, non avremo altro che una battaglia vana, senza vincitori né profitti. Se invece gli stessi produttori iniziassero a guardarsi come colleghi e partner tra loro, in primis né otterrà un beneficio il prodotto, ma anche lo stesso consumatore con una conseguente immensa soddisfazione dell’azienda, esattamente come accade già nei paesi più evoluti nel settore dell’agricoltura”.