GAVORRANO – «Vergogna, ci son voluti 18 mesi per archiviare un omicidio. Vergogna, questa è la giustizia spagnola. Vergogna, queste ragazze partecipavano ad un programma culturale di esn a sua volta questa associazione è accreditata presso l’università di Barcellona. Vergogna, per voler coprire il loro turismo studentesco, dobbiamo fare molta attenzione ai nostri giovani che si affidano a persone di poco scrupolo ed istituzioni che accusato di scarsa attenzione. Noi combatteremo sino alla morte per dare giustizia a queste ragazze e per evidenziare criticità nei confronti dei nostri giovani in questa esperienza di studio e di vita che è l’Erasmus». Questo “grido di giustizia”, così lo chiama Gabriele Maestrini, il padre di Elena, la ragazza morta nell’incidente avvenuto in Spagna il 20 marzo 2016, a Terragona, è il commento che l’uomo fa alla notizia che la causa contro l’autista sia stata nuovamente archiviata.
Nell’incidente morirono 13 ragazze, tutte studentesse stranieri: tra le sette italiane anche Elena Maestrini, originaria del comune di Gavorrano. Il gip del tribunale di Amposta non avrebbe ravvisato indizi per accusare l’autista. Si apre la strada solo per la causa civile. Nell’incidente morirono tre ragazze toscane: Elena Maestrini di Bagno di Gavorrano, Valentina Gallo di Firenze e Lucrezia Borghi di Greve in Chianti.
In serata è arrivata la notizia che gli avvocati delle famiglie italiane delle studentesse morte nel tragico incidente starebbero preparando un “reclamo” contro la decisione del giudice istruttore spagnolo di archiviare la posizione dell’autista che era alla guida del mezzo. A comunicarlo è stato l’avvocato Lorenzo Boccaccini che cura la questione per i familiari di Valentina Gallo.