MAGLIANO IN TOSCANA – Il Comitato Pastori d’Italia, sotto la guida di Mirella Pastorelli, «si congratula con la Regione Toscana che sta esaminando la questione lupi e ibridi, ma ironizza sui tempi lunghi dell’amministrazione che solo adesso si accorge di un problema ventennale e soprattutto si rende conto che quelli messi in campo finora sono palliativi assai costosi».
«Ci fa piacere che in Regione si discuta anche di questo problema che i pastori segnalano da decenni – fanno sapere dal comitato -, ma speriamo che anche questo non diventi la solita premessa per dare l’avvio a progetti ulteriori che nulla hanno risolto al momento. La Regione anni fa ha messo in campo uno sforzo importante sia per difesa passiva da attacchi (ad esempio con recinzioni) sia per il rimborso agli allevatori: un impegno pari a 3,2 milioni di euro di cui 800mila per i progetti di difesa passiva degli attacchi fin dal 2014; per i danni da predazione e per la perdita di produzione nel 2014 la Regione ha ricevuto 281 domande e erogato 530mila euro; e nel 2015, 616 domande per 860 mila euro di danni accertati».
«L’obiezione che sorge spontanea è che invece di risolvere il problema eradicando lupi e ibridi dal territorio – incalzano quelli del Comitato – si è preferito spendere 800 mila euro per la difesa passiva. Si sarebbe fatto meglio a controllare il problema alla radice e quei soldi si sarebbero risparmiati». Ma l’attacco del comitato verte anche sulla lentezza delle decisioni regionali: «Che la questione ibridi era un gravissimo problema è già scritto chiaro e tondo nella raccomandazione n. 173 (2014) adottata nell’ambito della convenzione di Berna, come ha ripetuto la commissione europea agli onorevoli Dorfmann e Cesa che su nostra sollecitazione hanno fatto un’interrogazione in Europa».
«Obiettivo della direttiva habitat è il mantenimento ovvero il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie di interesse comunitario. Fra queste rientra il lupo, ma non gli ibridi. L’ibridazione con il cane rappresenta una grave minaccia per la conservazione del lupo; per questo la Commissione sostiene le iniziative messe in atto a livello nazionale per affrontare il problema, in linea con la raccomandazione n. 173 (2014) adottata nell’ambito della convenzione di Berna e preparata con il contributo dei servizi della Commissione».
«Dal 2014 sono passati tre anni. Quali risultati abbiamo ottenuto? Nessuno. In tre anni non è stato fatto nulla per gli allevatori. I risarcimenti sono di 15.000 pro capite in tre anni. Ma di cosa si parla? Non vorremmo che adesso questa uscita della regione restasse lettera morta. Le aziende chiudono, le pecore muoiono. L’ora dei progetti è finita. Vogliamo l’approvazione dalla regione del piano-lupo, l’abbattimento degli ibridi per la tutela della razza pura del lupo, lo spostamento del lupo dalle zone vocate alla pastorizia, risarcimenti dei danni subiti. Il Comitato – conclude la nota – non permetterà più che si impegnino soldi pubblici per ulteriori progetti che non danno nessun risultato».