FIRENZE – L’anno scorso erano 78 mila, in calo oramai da più di venti anni e vista l’età media elevata, vicina ai sessantasei anni, c’è da aspettarsi un’ulteriore drastica riduzione. Quest’anno dovrebbero aggirarsi attorno ai 75 mila. La Toscana rimane comunque la regione in Italia con il più alto numero di cacciatori, prima (o forse al massimo seconda) anche come densità in rapporto alla popolazione. In questo caso se la gioca con l’Umbria.
Nel 1995, pur già in calo, erano quasi 150 mila le doppiette in Toscana. In ventidue anni si sono di fatto quindi dimezzati. Chi spara deve pagare una doppia tassa di concessione e poi un corrispettivo per gli ambiti di caccia a cui si iscrive, nella regione o fuori regione. La tassa regionale ammonta a 23 euro l’anno – è stata ridotta nel 2014 – mentre quella incamerata dallo Stato vale 173 euro.
Per il primo Atc di residenza venatoria, l’ambito territoriale di caccia, si pagano in Toscana 100 euro e 50 per gli eventuali altri. In venticinquemila ne scelgono almeno due. Queste risorse servono a finanziare le attività di ripopolamento ma anche l’indennizzo dei danni provocati dalla fauna alla coltivazioni. Il 10 per cento, dall’anno scorso, è destinato al finanziamento della spesa per la polizia provinciale, che tra le sue competenze specifiche ha anche quella della tutela del territorio, la lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del bracconaggio e allo sfruttamento degli animali.