RISPESCIA – “Una formazione a 360 gradi, capace di coprire i fatti e gli eventi accaduti tra la fine dell’Impero Austro-Ungarico e le Guerre nella ex-Yugolavia nel territorio di frontiera tra il Friuli Venezia Giulia e l’Istria. Una didattica della memoria basata sulla preparazione scientifica dei più importanti storici ed esperti del Confine orientale che oggi mettono a nostra disposizione le loro competenze, i loro studi, le loro conoscenze, senza enucleare dal contesto questo o quell’avvenimento in maniera strumentale per fini che non siano quelli storico-didattici. E’ questa la filosofia che da sempre anima le azioni della Regione Toscana sui temi della memoria e che adesso ribadiamo sul progetto sperimentale che porterà nel 2018 sui luoghi tragici del Confine orientale 60 studenti accompagnati da 25 insegnanti”. Con queste parole la vicepresidente regionale Monica Barni, con delega alla cultura, ha aperto i lavori della Summer School che si concluderà venerdì prossimo a Rispescia, in provincia di Grosseto.
“Questi giorni sono importanti per formare chi accompagnerà gli studenti provenienti da tutte le province della Toscana a Trieste e dintorni. Ci siamo affidati agli Istituti Storici della Resistenza – toscano e grossetano, che ringrazio per il loro prezioso lavoro -, perché da sempre sono collaboratori attenti e preparati nelle azioni sulla memoria condotte dalla Regione e in particolare sulle ricerche e i viaggi studio verso i luoghi chiave del Novecento”, ha proseguito Barni. “La Summer School intende così contribuire ad un percorso didattico che gli insegnanti intraprenderanno nei prossimi mesi con i loro studenti e che culminerà con il Viaggio di febbraio”.
“Il Confine orientale è stato per decenni un Confine mobile, difficile, in cui le identità statali cambiavano rapidamente e sempre con strascichi pesanti per le popolazioni che vi hanno vissuto. Il nostro compito è quello di favorire una comprensione piena delle discriminazioni e delle violenze razziali, delle stragi di civili, del sistema concentrazionario – e a Trieste di sterminio, fatto unico in Italia – nelle sue diverse accezioni, dello sradicamento di intere comunità. Ciò è ancora più importante in un’epoca in cui nelle nostre scuole convivono ragazzi con provenienze, culture, memorie, paure, diversissime fra loro”, ha concluso Monica Barni. “Il confronto con l’altro è doveroso, anche partendo dalla conoscenza di ciò che è avvenuto solo pochi anni fa. Per questo ringrazio chi ha collabo rato a tutti i livelli alla realizzazione di questa occasione formativa con l’auspicio che la storia, nelle sue tragedie, non si ripeta mai più”.