GROSSETO – “È vero l’inciviltà colpisce anche il Parco della Maremma, ma per fortuna non sono tutti uguali i turisti che la frequentano. C’è chi abbandona i resti del pic nic, chi usa i cespugli del retroduna come fosse un gabinetto pubblico e chi, nonostante i divieti, accende i falò anche se rischia di prendere una multa. Ma c’è anche chi dedica il suo tempo a dare una mano e che, con il proprio esempio, contribuisce a far crescere l’educazione delle persone e quindi anche il rispetto per l’ambiente e per chi lo vive, siano animali selvatici o genere umano”. Arriva dal presidente del Parco della Maremma la risposta alla denuncia di un turista.
“L’Ente Parco – spiega Venturi – lo fa tutti i giorni con gli otto guardiaparco e con le guardie ambientali volontarie (e con l’unico operaio che ci è rimasto) che pattugliano oltre 30 chilometri di costa e 9.000 ettari di area protetta per scongiurare che ci siano problemi di ogni sorta e che comportamenti sbagliati possano arrecare danno all’intero ecosistema oltreché all’incolumità delle persone. Lo facciamo durante il corso dell’anno con giornate di pulizia straordinarie con i volontari delle varie associazioni che si prestano volentieri a dare una mano.
Lo facciamo ormai da tre anni durante i mesi estivi, quando è maggiore l’afflusso turistico, anche con l’ausilio dei ragazzi del Servizio Volontario Europeo che aderiscono al progetto Legambiente Toscana e che trascorrono le loro giornate presidiando in particolare proprio la spiaggia di Principina, e fornendo a chi si avvicina al gazebo, che il Parco ha messo in piedi chiedendo la concessione demaniale, informazioni sugli atteggiamenti corretti da tenere all’interno dell’area protetta, dato che nonostante i numerosi cartelli c’è chi ancora gli ignora. Facendo loro stessi tutti i giorni la pulizia della spiaggia e fornendo a chi vuole collaborare i sacchetti per portare via i rifiuti e contribuendo a far crescere la coscienza ambientale anche con cartelli che indicano i tempi di degradazione delle varie tipologie di rifiuti.
Abbiamo trovato la soluzione, in accordo con le esigenze di conservazione dettate dalle norme che vigono in aree particolarmente tutelate come questa, per rispettare sia chi voleva mantenere in piedi i capanni come tratto distintivo della spiaggia di Principina sia chi voleva la spiaggia libera dai legni. Si può fare meglio? Certo. Ma non possiamo arrivare dappertutto e in ogni momento né con le nostre forze né con quelle dei volontari e ci piacerebbe una maggior collaborazione di chi ama questa spiaggia così selvaggia e che ancora mantiene caratteri di naturalità, che non è possibile trovare ovunque ma che è raggiungibile da chiunque”.