GROSSETO – La Radioterapia dell’ospedale di Grosseto si è rinnovata con strumenti all’avanguardia, allineandosi agli standard nazionali, per qualità e tipologia di prestazioni. Da alcuni mesi è stato installato al Misericordia un acceleratore lineare (così si chiama lo strumento per le sedute di radioterapia nelle persone colpite da tumore) Elekta Sinergy, di ultima generazione, affiancato da una nuova tac per la simulazione, che è entrato in funzione nei primo mesi dell’anno.
Questa mattina, è stato presentato alla stampa e alle autorità, alla presenza della Direzione aziendale, dei vertici ospedalieri e dei direttori delle Unità operative ospedaliere.
Il nuovo acceleratore, peraltro, si aggiunge alla macchina già in funzione al Misericordia, aggiornata di recente e dedicata ai trattamenti tecnicamente più semplici, ma ugualmente importanti per la salute dei pazienti. Il risultato è stato l’azzeramento dei tempi di attesa per la radiotarapia e un considerevole vantaggio per gli assistiti di Grosseto e delle province limitrofe.
Questo nuovo strumento, corredato da sofisticate attrezzature per i controlli di qualità, può eseguire un particolare tipo di trattamento, con la tecnica denominata “IMRT/IGRT” (Intensity Modulated Radiation Therapy, intensità modulata di dose), su alcuni tipi di tumore. Per fare un esempio, a Grosseto, è stato utilizzato all’inizio sul tumore della prostata, successivamente è stato esteso anche a tutte le patologie per le quali ci sono le indicazioni all’uso di questa tecnica.
“La procedura – spiega il direttore della Radioterapia di Grosseto, Enrico Tucci – viene realizzata mediante un continuo adeguamento della fluenza del fascio radiante durante la seduta, con il controllo costante dell’esatto posizionamento del paziente, ottenuto confrontando, ogni volta, la tac di simulazione con quella eseguita dall’acceleratore lineare appena prima dell’irradiazione. Così, è possibile correggere automaticamente, in tempo reale, eventuali piccole discrepanze e ottenere la massima precisione del flusso. In questo modo – aggiunge Tucci – vengono preservati al massimo gli organi vicini a quello sede del tumore, limitando i danni ai tessuti sani, di solito collegati a questi tipo di terapia.
Infine, grazie all’adozione di una aggiornatissima tecnica denominata ‘VMAT’ (Volumetric Modulated Arc Therapy) questa dose viene somministrata in tempi molto brevi, nell’ordine di 2-3 minuti, minimizzando il problema del movimento intrinseco degli organi”.