MASSA MARITTIMA – Le buone pratiche ambientali entrano in carcere. E’ quanto sancito con il protocollo d’intesa firmato oggi a Massa Marittima dal sindaco Marcello Giuntini, dal vicepresidente di Sei Toscana Alessandro Frosali e dal direttore della casa circondariale di Massa Carlo Mazzerbo. A partire dalle prossime settimane, gli ospiti della struttura massetana saranno impegnati nella raccolta differenziata dei rifiuti “cella a cella”. Un servizio specifico che coniugherà il sociale con il rispetto per l’ambiente.
La firma del protocollo d’intesa, oltre a ridurre la produzione dei rifiuti urbani e aumentare la capacità di conferimento di quelli riciclabili, mira a educare gli ospiti e il personale dell’istituto a una corretta gestione dei propri rifiuti, nell’ottica del perseguimento dei modelli di sviluppo sostenibile.
“Questo servizio- spiega l’assessore all’ambiente del Comune di Massa Marittima Maurizio Giovannetti – segna la prima sperimentazione del sistema di raccolta porta a porta che sarà avviato nei primi mesi del 2018 in tutto il territorio comunale. Si tratta di una sorta di progetto pilota che ci darà così un feedback sul funzionamento e su eventuali correttivi da attuare. Ci fa piacere che la Casa Circondariale partecipi anche questa volta ai cambiamenti che coinvolgono l’intera comunità locale”.
“Abbiamo accolto molto volentieri– commenta il sindaco Marcello Giuntini – la proposta della direzione del carcere di testare questo sistema, che presto riguarderà tutta la città e le sue frazioni. Si conferma ancora una volta lo stretto legame tra struttura, Amministrazione comunale e cittadinanza, grazie al forte impegno del direttore Mazzerbo di collaborare a progetti ed eventi tesi all’integrazione degli ospiti della casa circondariale e alla sensibilizzazione e all’apertura della comunità che li circonda. Ottimi esempi di attività di vero recupero sociale, a cui l’Amministrazione aderisce sempre con grande piacere”.
I detenuti e il personale in servizio presso la casa circondariale di Massa Marittima seguiranno anche alcune lezioni tecniche effettuate dai tecnici di Sei Toscana così da poter iniziare il nuovo servizio di raccolta con una coscienza più piena delle nuove modalità di conferimento dei rifiuti.
“Sei Toscana collabora sempre volentieri con le amministrazioni comunali – afferma il vicepresidente di Sei Toscana, Alessandro Frosali – non solo quando si tratta di introdurre servizi specifici che riescano a incrementare le quantità di rifiuti raccolti in maniera differenziata, ma anche, come in questo caso, quando vengono promossi progetti che hanno in sé un’importante valenza sociale. Desidero ringraziare l’amministrazione comunale e la direzione della casa circondariale per questa opportunità che, attraverso un servizio, ci consente di portare all’interno di questa struttura le tematiche ambientali, nella convinzione che siano elementi importanti e valori cui rifarsi e trasmettere a tutti i cittadini”.
La raccolta differenziata sarà effettuata anche negli spazi interdetti ai detenuti, nell’area delle celle invece alcuni reclusi avranno delle mansioni specifiche in base ad una calendarizzazione ben specifica.
A gennaio e a luglio di ogni anno, secondo quanto stabilito dal protocollo d’intesa, sarà convocata una riunione tra le parti per verificare l’attuazione e i risultati del progetto e per valutare eventuali azioni migliorative.
“Per noi è un’ottima occasione – dice il direttore della casa circondariale di Massa Marittima, Carlo Mazzerbo – di offrire un servizio agli ospiti della struttura, che stanno scontando la loro pena e che in un’ottica di recupero, hanno così la possibilità di sentirsi cittadini della società in cui presto rientreranno, e non solo detenuti. Il contatto tra chi si trova dentro la casa circondariale e la comunità all’esterno è un obiettivo alto, rispondente a principi costituzionali, che sarebbe stato irrealizzabile senza la collaborazione del territorio. Per questo ringrazio l’Amministrazione Comunale e Sei Toscana per la realizzazione del progetto sperimentale della raccolta differenziata e tante altre realtà come Slow Food, la Biblioteca Comunale e le molte associazioni, cittadini e gruppi che ci hanno permesso di offrire opportunità concrete di apertura e reinserimento sociale, alle persone in attesa di finire di scontare la propria pena”.