GROSSETO – Il direttore provinciale di Coldiretti, Andrea Renna, ha incontrato il presidente del Consiglio comunale di Grosseto, Claudio Pacella ed il consigliere comunale, nonché imprenditore agricolo maremmano, Mario Lolini, per spiegare le motivazioni del no dell’organizzazione all’accordo per il Ceta. In quest’occasione Renna ha consegnato il documento predisposto da Coldiretti che è stato inviato in tutta la nostra penisola a tutti i sindaci.
Proprio grazie a Mario Lolini ed al presidente del Consiglio comunale Pacella, all’ordine del giorno del consiglio comunale, che si è tenuto questa mattina, era stata inserita, con un apposito punto all’ordine del giorno, la discussione inerente l’approvazione del documento predisposto da Coldiretti che in tutta Italia sta trovando approvazione sia nelle giunte che nei consigli comunali oltre che nei consigli regionali. Dopo che in Maremma 12 comuni hanno deliberato contro il Ceta oggi, grazie ai consiglieri comunali della Lega, di Maremma Migliore, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, anche Grosseto ha detto No al Ceta. “Ringraziamo i consiglieri che hanno inteso aderire alla nostre rivendicazioni – ha detto il direttore Andrea Renna. La posizione dei consiglieri arriva a supporto dell’azione di Coldiretti che in questi giorni registra anche il rinvio della legge di ratifica nell’agenda dei lavori del Senato. La sensibilità dimostrata dopo l’incontro con il presidente del Consiglio comunale Claudio Pacella e Mario Lolini ha contribuito ad aprire un dibattito sociale importante che ha fatto emergere le tantissime criticità dell’accordo che avrebbero ripercussioni negative sia nel breve che nel lungo periodo.
“Il Ceta – ha sottolineato il presidente provinciale Marco Bruni – non è utile alla nostra agricoltura poiché semplifica e vanifica il complesso sistema di regole di produzione, di protezione della qualità e dell’ambiente vigente a livello comunitario e nazionale, rispondendo all’unico criterio della facilitazione commerciale dimenticando il territorio e sacrificando il lavoro dei nostri imprenditori. Il Ceta abbatterebbe dazi e barriere doganali con Paesi che hanno gli Ogm. Vorrebbe dire che le nostre tavole non avrebbero più i 4.500 prodotti tipici supercertificati dell’agricoltura italiana, verrebbero lasciate senza tutela 250 denominazioni tra Doc e Igp, comprese quelle maremmane e toscane. Tra questi anche quelli toscani e maremmani tipici di un’agricoltura impegnata con migliaia di aziende, nonostante la crisi, e con numeri importanti per l’occupazione che rappresenta l’unica fonte di reddito per migliaia di famiglie. Con il Ceta – conclude Bruni – non avremo più la tranquillità della sicurezza alimentare rompendo di fatto un argine e dire di sì agli Ogm”.
“Abbiamo richiesto e ottenuto trasversalmente una presa di posizione dell’Amministrazione comunale forte, affinché una voce si levi a difesa delle attività del comparto agroalimentare che insieme al turismo è l’unica vera risorsa economica del nostro territorio e della Toscana tutta. Nessun voto contrario, e nessuna spaccatura in maggioranza, solo divergenze di opinione su un tema di rilievo comunitario, divergenze speculari peraltro nell’opposizione. Il Ceta è uno sgambetto alla nostra economia e un cazzotto alla nostra salute, voluto dalle lobby e calato dall’alto sulle teste nostre e delle nostre imprese.”
Così Mario Lolini e il gruppo consiliare della Lega nord Grosseto nel presentare il proprio ordine del giorno (sottoscritto anche dalla consigliera Pepi di Maremma Migliore, e sostenuto sia dai consiglieri di FdI che da Virciglio e Tornusciolo del gruppo misto) contrario all’accordo sul libero scambio tra il Canada ed i Paesi della Ue.
“Un accordo iniquo,” – proseguono i consiglieri leghisti – “come ogni accordo fatto ultimamente in questo senso, che va a mortificare i nostri prodotti e i nostri produttori, alimentando, al contrario di quanto viene fatto credere, la logica del italian sounding che genera due volte l’indotto del made in Italy agroalimentare garantito, e comportando la mancata protezione degli investimenti, la violazione delle regole comuni per la concorrenza, e dei diritti di proprietà intellettuale; sopratutto il Ceta colpisce tutti noi consumatori, non solo con un danno economico abnorme, ma, come ha denunciato anche Coldiretti, esponendo a rischio la nostra salute, visto che permetterà la vendita in Italia di migliaia di tonnellate di grano contenente tossine, poiché coltivato con diserbanti da tempo vietati per tale utilizzo nel nostro Paese, senza dimenticare gli Ogm, l’ignoranza della nuova definizione di tutti gli standard tecnici di produzione in materia sanitaria e fitosanitaria, e altro ancora.”
“Nessun dazio per prodotti anche pericolosi, provenienti da un paese che è tra i massimi fornitori di grano all’UE, mentre risulta essere solo il dodicesimo tra gli “acquirenti” del made in europe, su cui applica dei dazi di ingresso elevatissimi, è vergognoso e umiliante per tutti i nostri operatori, e scorretto nei confronti degli utenti che, di contro, cerchiamo di educare ad avere una coscienza alimentare salutista e ad un acquisto sano e consapevole di prodotti agroalimentari.”
“Il rischio è anche di perdere alcune DOP e IGP tipiche dei nostri territori, ottenute nel tempo da generazioni di imprenditori che con fatica hanno reso tanti marchi maremmani un simbolo di eccellenza enogastronomico, un marchio di fabbrica della tipicità della nostra terra e delle nostre tradizioni, umiliate ancora una volta da interessi lobbystici, che vanno a rendere felici dell’accordo soltanto le grandi associazioni e i grandi marchi.”
“Nessuna logica protezionista o proibizionista, nel nostro atto, ma una azione di protezione e di tutela, fondamentale per i nostri marchi simbolo, agricoli e enogastronomici, e la nostra salute in primis. Sulla natura e sulla ratifica di questo trattato l’impegno della politica sta diventando trasversale, come abbiamo visto anche nell’aula del Consiglio grossetano, sia in positivo che in negativo, sentite certe considerazioni che avvicinano FI e PD (contrari a parole ma poi solo astenuti dal voto, forse, per non dover prendere posizioni che scontentassero qualcuno): la Lega intanto ha ottenuto che il Sindaco e la Giunta facciano la propria parte nell’interesse del nostro territorio facendo sentire con forza nelle sedi opportune la propria voce e quella del territorio.”