MASSA MARITTIMA – Il sindaco e la giunta di Massa Marittima forniscono chiarimenti su quanto uscito in una pagina della stampa locale pochi giorni fa, circa il vociferarsi della possibile apertura il prossimo anno, di un centro accoglienza per migranti nella struttura che ospita le sorelle della Misericordia di Verona.
“All’Amministrazione- precisa Giuntini- non risulta nessuna notizia di questo tipo. A suo tempo, quando dalla direzione veronese dell’ordine giunse la notizia della dismissione dell’asilo gestito dalle Sorelle e della cessione dell’immobile che lo ospitava, chiedemmo con una nota ufficiale a chi sarebbe andata la donazione della struttura e che tipo di destinazione avrebbe avuto, senza ricevere però risposta.
La negazione di queste informazioni ci sembrò una modalità poco corretta nei confronti dell’Amministrazione, ma trattandosi di transazione tra privati non potemmo obiettare alcunché. Circa l’argomento della gestione dei profughi- prosegue Giuntini – la nostra intenzione è lavorare insieme ad altri Comuni della zona socio sanitaria al fine di attivare il progetto Sprar, concepito per prevedere un numero di ospiti minore e più facilmente sostenibile, rispetto alle attuali strutture dei centri di accoglienza denominati Cas, che dipendono direttamente dalle Prefetture e non dai Comuni e che vedono oggi circa 48 migranti ospitati nel territorio di Massa Marittima”.
In provincia di Grosseto i profughi sono circa 800, distribuiti in 17 comuni su 28; le Colline Metallifere ne ospitano un numero consistente, in relazione alla popolazione residente. “Quando si è trattato di dare il nostro contributo alla gestione dei profughi – conclude Giuntini- non ci siamo tirati indietro, consapevoli che il “modello toscano”, che prevede la distribuzione sul territorio di piccoli gruppi, è il modello migliore.
La nostra parte l’abbiamo fatta, con senso di responsabilità e impegno; prima di pensare a nuovi arrivi a Massa Marittima è opportuno che anche gli altri Comuni, che spesso si sono opposti con motivazioni risibili, si facciano carico di questa problematica e si arrivi quindi ad una distribuzione equa su tutto il territorio provinciale”.