SCARLINO – 1437: è questa la data emersa durante il restauro della crocifissione di “Casa Novelli”, data che finalmente colloca nel tempo l’affresco che si trova in un’abitazione di Scarlino e che fu scoperto anni fa dal critico d’arte Vittorio Sgarbi.
E ieri sera il celebre critico d’arte, dopo la serata al Porto di Scarlino ha deciso di visitare nuovamente l’affresco che, nel 2004, contribuì a scoprire e far conoscere quando erano visibili solo pochi volti. I lavori non sono ancora compiuti, ma l’opera emerge in tutta la sua bellezza e imponenza. Da sotto l’intonaco è venuta fuori una porzione ben più grande rispetto al passato, anche se, a detta dello stesso Sgarbi «doveva essere ampio almeno il doppio. Chi lo ha realizzato doveva padroneggiare perfettamente la tecnica dell’affresco» Difficile l’attribuzione, Sgarbi parla sicuramente di un pittore di scuola senese, ma non si sbilancia anche se rileva certi particolari che dovrebbero rendere l’autore riconoscibile «come la forma degli occhi delle donne dolenti».
L’opera è stata a lungo ad esclusivo “uso” di un anziano, Luigi Novelli, che abitava il mezzanino. Alla sua morte ad acquistare quella e altre abitazioni vicine fu un manager di origini scarlinesi, Andrea Sozzi Sabatini, con un progetto di albergo diffuso e l’idea di fare della stanza dell’affresco, una volta terminato il restauro, la sede della sua società. Ad accompagnare Sgarbi nella visita, ieri sera, ad oltre 10 anni dalla prima volta, il sindaco di Scarlino Marcello Stella, e l’assessore Luca Niccolini che parla di un dipinto «imponente e di forte impatto». Sulla parete molti i volti ritratti: gli armigeri da un lato e dall’altro lato della croce le donne dolenti. Un affresco che doveva dar parte di un’opera più vasta in quello che era un convento o una chiesa.