MONTEMASSI – Dall’Alberese a Montemassi. È il viaggio di Fiume, il toro di razza maremmana, arrivato pochi giorni fa in azienda. È lui il capo branco del nuovo allevamento creato da Rocca di Montemassi. Una scelta strategica che si inserisce nel progetto più ampio di valorizzazione del territorio e della Tenuta Rocca di Montemassi. La produzione del vino rimane sicuramente l’attività principale, ma insieme a questa, «per raccontare un territorio e far vivere l’esperienza di una fattoria così come era una volta», come spiega il presidente Domenico Zonin, Rocca di Montemassi con il suo direttore Alessandro Gallo ha deciso di puntare da una parte sulla riscoperta dei grani antichi (Rocca di Montemassi riscopre i grani antichi: prima trebbiatura per la cantina della famiglia Zonin) e dall’altra sull’allevamento della razza bovina maremmana per la produzione di carne.
E per celebrare il gusto della maremmana, ieri alle presentazione del nuovo allevamento, è arrivato in Maremma dal Chianti Dario Cecchini, il macellaio più famoso d’Italia, il “re della ciccia”. «La Maremma – ha detto Cecchini con il suo inconfondibile accento – è lo zoccolo duro della Toscana e in questo ambiente vive da sempre la vacca maremmana. Nella mia famiglia siamo macellai da generazioni e questo mestiere lo facciamo anche per tramandare ai giovani i valori di un territorio bello come la Toscana».
Alla giornata di presentazione erano presenti anche il presidente della commissione agricoltura della Camera di deputati, Luca Sani, il presidente del Parco della Maremma, Lucia Venturi, il sindaco di Roccasrtrada, Francesco Limatola. Durante la serata è stato presentato anche il libro dello chef maremmano Daniele Fantini, “Il Fanta”, dal titolo “Acquacotta per fame e per amore”. Tra i prodotti di eccellenza presentati insieme alla carne della maremmana anche le specialità dell’Antica Salumeria Salvini.
La razza maremmana e la sua carne – Puntare sulla maremmana però non è soltanto una scelta legata all’immagine del territorio, ma rappresenta una precisa indicazione che riguarda la qualità della sua carne. “Dal 1996 ad oggi – ha spiegato Luigi Barbieri, il medico veterinario che segue l’allevamento – i capi di maremmana sono passati da 4.000 a 10.000. Una crescita costante, ma non ancora sufficiente per i numeri della grande distribuzione, per questo quando ci riferiamo alla carne maremmana, parliamo di qualità e non di quantità».
«La sua carne – ha aggiunto Barbieri – è eccellente, è sapida, rossa e molto saporita. Studi condotti dall’Università di Firenze hanno poi accertato che è contiene una bassa percentuale di acidi grassi saturi e questo la rende indicata anche per la dieta di persone cardiopatiche».
Alla giornata di ieri era presente anche Marco Locatelli, direttore gestioni agricole Terre Regionali Toscane e presidente dell’Associazione Razza Bovina Maremmana. «La maremmana è la razza delle “tre B” – ha detto -: bella, buona e brava. È una razza che si adatta bene al territorio della Maremma perché ne fa parte praticamente da sempre»
L’allevamento – Nel giro di tre anni l’allevamento conterà 25 capi. Il bestiame ha a disposizione 26 ettari che comprendono un laghetto e una porzione di macchia. A questi poi si aggiungono altri 30 ettari destinati alle coltivazioni di foraggio e granaglie a servizio dell’allevamento. Fino ad oggi è stata completata la prima delle tre fasi con l’arrivo dei primi capi, del toro Fiume, e della realizzazione dei “mandrioli”, le aree recintate dove vengono spostate le vacche che vivono allo stato brado. E ieri durante la presentazione dell’allevamento Rocca di Montemassi ha ospitato anche un gruppo di butteri che ha lavorato con il bestiame.