GROSSETO – Firmati i due decreti interministeriali per introdurre l’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta. Un’accelerazione importante, di fronte alle incertezze comunitarie, nella direzione della trasparenza dell’informazione ai consumatori.
“Un passo avanti che raccoglie le richieste che da tempo Coldiretti porta avanti con determinazione per garantire ai consumatori trasparenza e qualità oltre che per valorizzare le produzioni di riso e grano per la pasta Made in Toscana e in Maremma – spiegano Marco Bruni presidente di Coldiretti Grosseto con il direttore provinciale Andrea Renna. L’assenza, infatti, dell’indicazione chiara dell’origine in etichetta non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, oltre ad impedire ai consumatori di sostenere le nostre realtà produttive e l’intera economia del territorio. Con questa decisione, quindi, risultiamo sicuramente all’avanguardia in Europa rispetto al tema dell’etichettatura dei prodotti e diamo una risposta concreta ad oltre il 96% dei consumatori, che nella consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole, ha chiesto che venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti. Per continuare su questa strada – concludono Renna e Bruni – è opportuno che al più presto venga attivata la stessa misura per l’ortofrutta trasformata, dalle conserve ai succhi fino al concentrato di pomodoro, evitando che venga spacciato come Made in Italy quanto importato dall’estero. Un passo storico che il Governo italiano ha fatto senza aspettare Bruxelles, spronandola a dare piena attuazione al Regolamento Ue del 2011 – ha concluso Renna”.
Cosa prevedono i decreti – Il decreto grano/pasta, in particolare, prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta il Paese di coltivazione del grano e quello dove è stato macinato. Le indicazioni sull’origine dovranno, inoltre, essere apposte in etichetta in un punto evidente in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili. Quanto alla tempistica, i provvedimenti prevedono una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende a nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte.
L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma l’etichetta non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, dai succhi di frutta fino alla carne di coniglio. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro”.