SCARLINO – Gli abitanti del centro storico di Scarlino sono sul piede di guerra e questa mattina il borgo medievale si è svegliato con un messaggio piuttosto esplicito: “Sindaco testa di cappero” è stato scritto da ignoti su un muro lungo la strada principale.
Un attacco diretto a Marcello Stella dopo due giorni in cui gli animi del paese si sono scaldati per un motivo che agli estranei potrebbe sembrare una banalità ma per gli scarlinesi non lo è affatto.
Da due giorni nel piccolo borgo il tema centrale non sono le tasse, le polemiche politiche, la spazzatura, il turismo, no. Sono i capperi.
Tali piante, antiche e piuttosto rare che crescono in tutto il paese dalle fessure dei muri medievali e di cui gli anziani del paese si prendono cura da sempre, sono state potate radicalmente. Per i turisti che passeggiano nel borgo sono oggetto di fotografie suggestive, per gli abitanti piante di cui prendersi cura e raccoglierci i frutti, ma per qualcun altro rappresenterebbero un ostacolo alla viabilità e, secondo le lamentele di alcuni cittadini, ridurrebbero la vista agli automobilisti nei vicoli già stretti.
Il Comune due giorni fa ha deciso di eseguirne la potatura, togliendone i fiori e i frutti, riducendo le piante a monchi di legno senza foglia alcuna. Passando hanno lasciato una scia di capperi sparsi per terra. Gli abitanti si sono ribellati fin da subito, prima con gli operai del Comune, poi chiamando direttamente il sindaco. «I capperi non si toccano» è quello che una gran parte di cittadini sta dicendo a voce alta, qualcuno cerca di organizzare una raccolta firme e qualcun altro stanotte si è sfogato sui muri. La rabbia nel borgo è tanta, ma se il muro sia il luogo idoneo per protestare è un altro discorso.