FOLLONICA – “Giustamente la questione dei miasmi insopportabili della foce della Gora continua ad essere tema di discussione e di attività. L’Amministrazione Comunale, senza attendere la relazione dell’Asl, ha impostato i primi interventi urgenti che si tratta di attuare rapidamente, entro pochissimi giorni. Tra questi, non sottovaluterei l’immissione forzata di acqua del mare, dopo la ripulitura, attraverso potenti pompe. In tutta onestà, sono però interventi tampone, necessari, ma non risolutivi del problema”.
Lo scrive Ettore Chirici, capogruppo Gente di Follonica.
“Vorrei anche sottolineare che, se dobbiamo ammettere lentezze – afferma – questa è la prima Giunta dopo oltre venti anni che ha cominciato ad affrontare le cause di questo disastro annunciato e ripetuto. Da una parte, la revisione del progetto del Fiora per evitare gli occasionali ma significativi versamenti del sistema fognario così da renderlo attuabile in tempi brevi. Poi occorre affidare lo studio e la progettazione per un nuovo assetto della foce (idraulico ed ambientale).
Ma un altro tema è presente con forza: quello della portata della Gora (il Petraia ha un regime strettamente e fortemente torrenziale). La Gora delle Ferriere è ricca di acqua, ma questa, praticamente al confine del nostro Comune, sostanzialmente scompare; c’è uno “strano” intreccio di percorsi e paratie. Sono ben lontani i tempi di quando si faceva il bagno nelle sue “vasche”. Certamente, la scarsità delle precipitazioni ne è un motivo importante, ma non è l’unico ed alla fin fine nemmeno il principale. Il fatto è che gli impieghi irrigui ed industriali prelevano la gran parte dell’acqua e, in periodi di magra come gli attuali, praticamente la utilizzano tutta.
La Giunta ha avviato le indagini sugli aspetti giuridici, sulle concessioni, sugli usi dell’acqua dela Gora. Bene, ma occorre spingersi oltre, verso provvedimenti che potrebbero dare risultati in tempi brevi. Si tratta di promuovere e proporre un nuovo e diverso sistema di impiego della risorsa idrica e non solo della Gora. L’acqua in uscita dal depuratore, ad esempio, potrebbe essere utilizzata per il polo industrale del Casone e per l’agricoltura. Perché quelle industrie non pensano a più forti riusi della gran quantità idrica utilizzata ed a diverse fonti di approvvigionamento, riducendo così anche le dispersioni verso il mare? E’ giunto il momento di rendere del tutto compatibile con l’ambiente l’attività industriale presente che deve farsi carico delle conseguenze dei suoi consumi e dell’inquinamento prodotto negli anni”.
“Tra l’altro – incalza Chirici – c’è da rivedere lo “status giuridico” della Gora, definita “corpo irriguo” e quindi senza che ne sia stabilita un portata minima a scapito della qualità del suo corso nel tratto finale e della foce in particolare. Insomma, si tratta di una questione che davvero deve essere assunta come una priorità con risultati progressivi di miglioramento e soluzione, da ora a due anni. Devono essere coinvolti tutti i soggetti istituzionali (Regione, Arpat, Fiora) e quelli economici, soprattutto del polo industriale, così da costringerli alle necessarie innovazioni tecnologiche ed ambientali. E c’è da fare il punto, la mappatura delle risorse idriche, sotterranee e superficiali, per definirne in modo razionale e corretto usi, destinazioni e protezione. Su questi temi, come avvenuto per l’inceneritore, dovremmo superare le distinzioni tra maggioranza e minoranza in Comune, sviluppare un’azione unitaria e promuovere la mobilitazione della città: la questione della Gora sembra piccola cosa, ma in realtà non è solo importante per il decoro urbano ed il rispetto dei cittadini. Apre un versante essenziale per il nostro futuro”.