GROSSETO – Sono finiti in carcere in custodia cautelare i due rumeni, di 24 e 29 anni, accusati di sfruttamento della prostituzione a danni di ragazze connazionali che obbligavano a concedersi nella zona via della Pace, a Grosseto.
L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Grosseto è arrivata dopo la richiesta della Procura della Repubblica e dopo le lunghe indagini affidate alla Squadra mobile della Questura di Grosseto che hanno consentito di documentare le attività illecite messe in atto periodo compreso tra maggio 2015 e novembre 2016.
Era il maggio del 2015 quando gli agenti della personale della Squadra Mobile avevano avuto notizia delle azioni in città di un gruppo criminale, composto da rumeni e albanesi, dediti allo sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga.
La Squadra Mobile ha iniziato, quindi, servizi di osservazione, pedinamento e controllo per verificare le informazioni ricevute. Tale attività ha permesso così di accertare che alcuni giovani rumeni accompagnavano abitualmente nella zona di via della Pace a Grosseto delle ragazze rumene ad esercitare l’attività di prostituzione in strada, e poi, a bordo di autovetture, effettuavano dei giri di controllo dell’attività delle donne, che contattavano periodicamente nel corso della notte per prelevare il danaro che le stesse avevano percepito dai “clienti”.
Ulteriori riscontri sono emersi dalle dichiarazioni rese da una delle prostitute, che ha poi lasciato la città di Grosseto, la quale ha riferito di essere stata oggetto di sfruttamento, insieme con le altre ragazze che si prostituivano come lei, da parte di alcuni concittadini rumeni dimoranti a Grosseto. La giovane ha raccontato anche di essere stata portata in Italia da un altro rumeno, poi rientrato in Romania, dopo che questi, con la promessa di un posto di lavoro, l’aveva portata in Germania, per prostituirsi in un night club. L’attività investigativa svolta ha consentito di appurare che la ragazza escussa a verbale era stata anche oggetto di azioni violente finalizzate ad indurla alla prostituzione: la giovane – a dire della stessa – era stata anche legata agli avambracci con dei fili elettrici e aveva riportato sul collo bruciature di sigaretta da parte dei suoi sfruttatori.
A ulteriore riscontro dei fatti emersi sono state iniziate attività di intercettazione, che hanno consentito di ottenere ampie conferme in relazione al contenuto delle dichiarazioni della donna: in particolare, quanto allo sfruttamento della prostituzione e quanto all’attività di spaccio di Sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana) posta in essere da parte di alcuni degli indagati. Con riferimento all’attività di prostituzione, sono state “documentate” anche alcune minacce rivolte dagli indagati alle prostitute che nella zona facevano concorrenza alle giovani da loro sfruttate.
Sono stati poi tracciati flussi di denaro tra l’Italia e la Romania consistenti proprio nel provento dell’attività di sfruttamento della prostituzione: si tratta di movimentazioni di decine di migliaia di euro (nel corso delle indagini sono emerse trasmissioni di danaro dall’Italia per la Romania per oltre 25.000 euro). Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari sono state eseguite dalla Squadra Mobile numerose perquisizioni, delegate da questa Procura della Repubblica nei confronti di tutti i soggetti indagati a vario titolo nell’ambito dell’indagine: complessivamente si tratta di undici indagati di nazionalità rumena, albanese, italiana e moldava, tutti indiziati di essere coinvolti nelle attività illecite degli indagati principali. All’esito delle perquisizioni odierne sono stati rinvenuti e sequestrati danaro contante, nonché ricevute di operazioni di money transfer.