ROMA – Tanti gli agricoltori provenienti da tutta Italia oggi a Roma per il sit-in di Coldiretti davanti a Montecitorio e in particolare quasi un centinaio gli agricoltori maremmani presenti insieme al direttore di Coldiretti Grosseto Andrea Renna, accompagnato da molti dirigenti della Coldiretti di Grosseto, dal presidente della Cooperativa Raspollino, Giovanni Guglielmini e dal vicesindaco del Comune di Campagnatico, Daniele Bambagioni.
“La denuncia è chiara – scrive Coldiretti – per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti, che parla di un precedente disastroso a livello internazionale in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori che hanno lasciato le campagne per invadere la Capitale, in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento, dove è in corso la discussione per la ratifica del Trattato di libero scambio con il Canada. L’iniziativa #stopCETA è condivisa con un’inedita ed importante alleanza con altre organizzazioni Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch) che chiedono di fermare un trattato sbagliato e pericoloso per l’Italia. La svendita dei marchi storici del Made in Italy agroalimentare non è solo un danno sul mercato canadese ma – sottolinea la Coldiretti – è soprattutto un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi anche emergenti che sono autorizzati cosi a chiedere le stesse concessioni”.
“Molte sono le risposte positive arrivate alla richiesta di Coldiretti Grosseto di far deliberare i comuni a sostegno dell’iniziativa contro il Ceta – afferma Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – Attendiamo anche altre delibere di giunta o di consiglio che altri sindaci hanno garantito approveranno. Adesso auspichiamo che anche la Regione Toscana alla quale abbiamo presentato una proposta di ordine del giorno, condivida la posizione di Coldiretti e altre autorevolissime forze sociali per un commercio libero e giusto e per un’Europa libera dal CETA, vero attentato al lavoro ed alla sicurezza alimentare dei cittadini. L’Italia, e la Toscana in particolare, è leader in Europa nella qualità alimentare con 291 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, e non può accettare passivamente la banalizzazione del proprio patrimonio conservato da generazioni e deve invece farsi promotrice in Europa di una politica commerciale contro l’omologazione e più attenta alle distintività”.
Secondo il Dossier della Coldiretti, ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese. Peraltro il trattato dà il via libera all’uso di libere traduzioni dei nomi dei prodotti tricolori (un esempio è il parmesan) mentre per alcuni prodotti (asiago, fontina e gorgonzola) è consentito in Canada l’uso degli stessi termini accompagnato con “genere”, “tipo”, “stile”, e da una indicazione visibile e leggibile dell’origine del prodotto. Ma se sono stati immessi sul mercato prima del 18/10/2013 possono essere addirittura commercializzati senza alcuna indicazione. La tutela delle indicazioni geografiche riconosciute – rileva Coldiretti – non impedisce l’uso in Canada di indicazioni analoghe per coloro che abbiano già registrato o usato commercialmente tale indicazione (sono compresi nell’eccezione formaggi, carni fresche e congelate e carni stagionate). In sostanza si potrà continuare a produrre e vendere “prosciutto di Parma” canadesi in coesistenza con quello Dop ma anche “Daniele Prosciutto” locale. È anche riconosciuta la possibilità di utilizzare parti di una denominazione di una varietà vegetale o di una razza animale (come ad esempio la chianina).